lunedì 22 novembre 2021

ROBI BONARDI MIND AL CUBO - 100 MINUTI DI ROCK di Stefania Zanardi

 



Ubicazione : il CUBO, luogo di incontro, di ritrovo, di eventi, molto “à la page” da qualche anno a questa parte, scelto per una serata all’insegna della Musica Rock  e di ciò che  le gravita attorno, passato, presente, futuro in un contesto che si estende a 360 gradi. Sulla scena (palcoscenico ma non troppo), pannelli con esposti Vinili d’epoca, unici ed indimenticabili, uno schermo grande a sufficienza per riuscire a coinvolgere il pubblico presente.

Motivo della serata? Robi Bonardi Mind, iniziativa che vede (nel backstage) la presenza, l’impegno e la passione di Francisco, Jacopo e Cecilia nel ricordare a Parma e ai parmigiani lo storico DJ .

Il nome dell’evento è: “Rock History, i 100 minuti del Rock”, che viene condotto da Gabriele Medeot, musicista, divulgatore, autore e promotore di vari progetti innovativi.

 Inizia l’avventura. Anno 1965: scorrono sullo schermo riviste, cover di Bands che hanno scritto la storia ; le polveri prendono fuoco (cit. ),si inizia a parlare di rock, di volume acustico,di testi ed avvenimenti storici come la guerra del Vietnam o le prime rivolte giovanili, fatti e fattacci dei quali i dischi parlano e raccontano.

Un esempio? “ Help” dei Beatles, “ Satisfaction” dei Rolling Stones, i disagi dei ragazzi dell’epoca, l’esplosione della Chitarra elettrica ,tutte testimonianze di grandi passaggi epocali.

E, passo a passo, arriviamo gli anni ‘70, definiti la “Cattedrale del Rock” che però ,in quel decennio, vedrà anche la sua fine.

Il conduttore della serata, con un’eloquenza ed una chiarezza invidiabili, si addentra negli eventi e nelle situazioni di quel decennio : austerity, conflitti mondiali, Irlanda del Nord contro Inghilterra, Nixon e una classe politica che non esce certo vittoriosa dalle sue scelte. E la musica ?

Spostandoci a New York si parla del club CBGB, culla iconica del rock rivoluzionario, punto di incontro  per giovanissimi (e altrettanto fragili) musicisti, alcuni dei quali muoiono troppo presto a causa di abuso di alcolici e droghe. 

Arrivano i Deep Purple –  ben 4 dischi in due anni! - i Led Zeppelin e i

Black Sabbath con la loro mitica “Paranoid”,canzone nel cui testo si evidenziano  le paure e le incertezze di quel periodo. Inizia poi a prendere piede la musica “Progressive”, tipica degli anni ‘70, un genere autocelebrativo che, nel corso del decennio vedrà il successo planetario dei Pink Floyd e del loro capolavoro “The Wall”. 

Ma non tutti amano questo genere di musica: nasce quindi uno stile differente, per esempio quello dei Kiss, dove con le loro maschere, vogliono camuffare la loro identità e il fantastico quanto visionario “Sergent Pepper” dei Beatles.

A questo punto arrivano sulla scena Marc Bolan con i suoi T.Rex, estroso musicista che combina musica e moda facendo emergere il Glam, che sarà anche una marcata caratteristica di  David Bowie. Nella sua infinita creatività, darà vita al “personaggio” Ziggy Stardust ed arriverà addirittura a farlo morire sulla scena. Bowie, tra le sue genialità, ha citato tantissimi artisti, colleghi ed è arrivato persino a citare se stesso!

Sempre in quegli anni  arriva l’hard rock degli  ACDC  di Angus Young che pubblicano il loro primo album “ High Voltage”, e subito a seguire “TNT” dischi che saranno punto di riferimento anche negli anni successivi . Verso la fine degli anni 70, emergerà il Punk,  una musica e uno stile distruttivi dove, per essere riconosciuti e ricordati è necessario vivere ai 110 all’ora. Si sta sul palco, capaci o no, musicisti o strimpellatori, cantanti o urlatori poco importa: si tratta spesso di ragazzi disagiati che cercano nella musica una chance proponendo canzoni che evidenziano la tragicità delle loro vite.

 Si fanno strada i Ramones, provenienti dai Queens di New York  e  i londinesi Sex Pistols che hanno il coraggio (o l’incoscienza?) di indossare sul palco magliette con la dicitura “ I Hate Pink Floyd”, in un momento in cui questi ultimi erano una delle band più amate del pianeta e pubblicando nel 1977 il loro primo, unico e provocatorio disco, “Never Mind the bollocks”.

 E’ proprio in questi anni che, anche le donne, entrano a fare parte di questo mondo: Patti Smith, Sacerdotessa del Rock anni ‘80, ne è l’emblema.

Di testi indimenticabili ne è piena la discografia: The Wall, Message in a bottle, Video killed the radio star e, da non sottovalutare, la nascita di MTV-

Un capovolgimento di situazioni e azioni : gli anni ‘80 raccontano un decennio dove gli Stati del mondo non sono (fortunatamente) coinvolti in guerre o dissidi interni, in Inghilterra come primo ministro abbiamo una donna- Margaret Thatcher- e intanto la musica inizia ad essere riprodotta su nuovi supporti, CD, Minidisc etc. 

 Sono gli anni del Concerto Live Aid e della Band Aid di “Do they know it’s Christmas?”, Michael Jackson metterà nero su bianco We are the world, con Lionel Richie e tantissimi altri artisti.

Proprio del Live Aid, il pubblico in sala ha potuto assaporare alcune scene,  supportato dal racconto chiaro e avvincente del conduttore; il concerto- che si svolse in contemporanea a Filadelfia e Londra- vide la partecipazione di tutto il mondo del rock. L’organizzatore Bob Geldof riuscirà a mettere sul palco, tra gli altri, Madonna, David Bowie Phil Collins  i Queen di Freddy Mercury ( che si esibiranno in una strepitosa performance) e gli U2, con Bono sceso tra il pubblico (atto assolutamente illegale in quegli anni) per abbracciare una fan, al punto che questo gesto verrà considerato “un abbraccio del rock al mondo”. Ben 2 miliardi di spettatori seguiranno in tv  questo evento più unico che raro.

Tra cambiamenti, cadute e rinascite gli anni ‘90 sono alle porte. 

1989, caduta del muro di Berlino e il motto del periodo è “The future is in the air”. Negli anni ‘90 arriva il “ Grunge”, che ha più connessioni con la moda ma che darà origine anche ad uno stile musicale ben definito. Una decina i dischi fondamentali di questo periodo, tra essi certamente Achtung baby degli U2, con un suono  decisamente innovativo. Siamo nell’epoca  del Desert Storm, della Guerra in Kuwait, la Cecenia, la guerra dei Balcani, la fine dell’Unione Sovietica. Si riscrivono le mappe geografiche e tutto è in cambiamento.

Anche la tecnologia avanza e contemporaneamente  cambia il modo di fruire della  musica.

Anno 1999, l’industria discografica mostra segni di cedimento e prende sempre più piede la musica liquida. Infatti Steve Jobs rivoluziona la nostra quotidianità creando gli I-pod, dispositivi che permettono di immagazzinare  migliaia e migliaia di canzoni .  La globalizzazione entra a pié pari nella società mentre il nuovo rock ed i suoi creatori si trovano in disaccordo totale con tutto ciò.

Pearl Jam, Nirvana, Soungarden offrono musica e testi con storie autentiche, .  Si parla di Nichilismo, depressione e disagio sociale e familiare ( la scomparsa di Kurt Cobain), una generazione definita “X generation” che non ci sta a vivere la propria esistenza seguendo le regole vigenti.

E’ il momento del Rap e dell’Hip Hop con Eminem, i Beastie Boys, Kanye West. Un genere che esplode e non solo tra il “black pepole “: Eminem, rapper bianco, bullizzato dai ragazzi di colore (un razzismo all’incontrario), finisce in coma e, proprio in quella tragica situazione ,scrive un testo “My name is” raccontando della sua vita, le sue tragedie e le lotte contro il mondo intero. Ora, famoso e con qualche soldino in più, si leva dalle scarpe parecchi  sassolini conquistando comunque grande rispetto e  stima anche dai rapper di colore 

Ed eccoci al finale: si parla di musica didascalica, artisti che raccontano ciò che vedono, legata a volte ad una visione folle del mondo e della vita!

Come termina la serata? Naturalmente col celebre video e di John Lennon e Yoko Ono e la sua “Imagine”, sogno, utopia, speranza, follia?

Unica certezza ; una canzone, anzi un dono di John Lennon indimenticabile.

E, conclude Gabriele Medeot,  di un sognatore quale era Robi Bonardi.

                                                                          Maria Stefania Zanardi

                                                                    (consulenza di  Marco Manfrini)

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