sabato 5 novembre 2016

UN SORSO D'ORIENTE - Skira, Inoue e un maestro del Tè di Rita Guidi

Colore, forma, movimento: è così che un banale oggetto, tra le mani di un Maestro, può diventare tutto. Desiderio ultimo e aspirazione assoluta a un ideale di perfezione. Qualcosa da preparare, accudire, condividere e sorseggiare, come la vita, in modo sapiente, unico e dolce. E’ (anche) tutto questo la cerimonia del Tè. Ritualità suggestiva e intensa, consacrata a luoghi per noi lontani nel tempo e nello spazio. A restituircene oggi il prezioso significato è l’altrettanto preziosa pubblicazione, la prima in italiano grazie all’eccellente traduzione di Gianluca Coci, di questo “Morte di un maestro del Tè” (Skira, 182 pagg., 16 euro) di Yasushi Inoue. Un classico della letteratura giapponese del Novecento, che affonda le proprie radici nella storia e nelle tradizione del Sol Levante, offrendoci pagine dense di mistero e spiritualità. Anche se la narrazione scorre come una cronaca, un diario per la precisione, e anche se – nella finzione romantica del ritrovamento di un manoscritto – Inoue richiama le guerre e i giorni del Giappone del

Cinque/Seicento. Attraverso la voce narrante di Honkakubo, leggiamo abitudini e vicende di un mondo diviso tra lotte per il potere e ricerche introspettive, la stessa ammirazione per samurai e guerrieri o Maestri del Tè. Figure eroiche e grandiose, come quella di Sen No Rikyu, segnata però da una fine enigmatica: la condanna a un suicidio rituale al quale non oppose alcuna resistenza o richiesta di grazia. Perché? E perché una tale sentenza da parte del potente Hideyoshi, da sempre suo protettore ed amico? Tra ricordi e incontri, il fedele discepolo Honkakubo tenta di ricostruire l’accaduto, di comprendere i motivi di una morte. E per farlo attraversa quella vita, e la descrive. Offrendoci nel gioco continuo di apparenza e sostanza, la chiave di lettura e il significato – tra saggezza e bellezza - di un’esistenza. E’ così che i sogni non sono più solo sogni, e anche la vita e la morte possono confondersi. A guardare con attenzione, c’è sempre qualcosa che va oltre l’eterna immobilità delle cose. Di un cucchiaio di bambù, o di una
semplice tazza. Nera. O invece rossa. Grande e solida o più piccola ed elegante. Contenitore contenuto nelle mani che la porgono. Gesto. Bellezza e mistero. Colore, forma, movimento, perfezione. C’è l’universo, in una tazza di Tè.