venerdì 16 ottobre 2020

IN VIAGGIO CON ULISSE - LA MOSTRA EVENTO AI MUSEI SAN DOMENICO DI FORLI' di Rita Guidi - foto di Niccolo' Zanichelli

 

 


La prora fende l’orizzonte dei secoli e poi si affida quieta al nostro sguardo.

Si lascia ammirare, magica e sorniona, al riparo delle volte sacre dell’antica navata. E ci guida, ferma, nel lungo viaggio alle radici della nostra storia, del nostro pensiero, della nostra identità.


E’ un’emozione da non perdere l’evento  “Ulisse. L’arte e il mito”, ospitata presso i Musei San Domenico (a cura della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì). Uno straordinario percorso visivo – tra la suggestione di immagini proiettate alle pareti e gli echi sonori delle pagine di Omero, alla scoperta dei capolavori che dall’VIII secolo a.C. ai giorni nostri hanno scandagliato il mito dell’eroe della ‘metis’ e ne hanno raccontato la storia. Le storie.

Come quella che immaginiamo incrostata alla chiglia poderosa della nave greca arcaica di Gela, tra le più antiche del mondo, di cui è presente l’ossatura portante, databile tra il VI e il V secolo a.C., rinvenuta nel 1988 nel mare di Contrada Bulala, a cinque metri di profondità. Le parti recuperate si allungano per 17 metri e ci parlano attraverso uno dei più emblematici ritrovamenti subacquei del patrimonio archeologico del Mediterraneo Antico: dicono le caratteristiche dell’imbarcazione, ma anche la storia stessa della navigazione e le tecniche di costruzione navale impiegate dalle maestranze greche.


Segreti e legni accarezzati da Ulisse, il cui sguardo ammiriamo nel marmo di Sperlonga, (I sec d.C.), e che è immagine simbolo della grande mostra. Un orizzonte d’arte che di sala in sala incornicia mito e realtà del mondo classico e la sua celebrazione:  dalla Afrodite dalle belle terga, al Concilio degli dei di Rubens, dalla Penelope del Beccafumi alla Circe invidiosa di Waterhouse in arrivo dall’Australia, fino a Le muse inquietanti di De Chirico, all’Ulisse di Arturo Martini e al cavallo statuario di Mimmo
Paladino.

Una straordinaria offerta (grazie alle collaborazioni con i più importanti Musei nazionali e internazionali, tra i quali il Musée d'Orsay di Parigi, la Royal Academy di Londra, il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, il Metropolitan Museum of Art di New York, i Musei Vaticani, le Gallerie degli Uffizi di Firenze e l’Università di Ginevra) che si stende sotto i nostri occhi. I nostri passi. Ci permette di tuffarci nello spazio e nel tempo, fino alle nostre radici, fieri di un folle volo.

(fino al 31 ottobre)

 

 


giovedì 15 ottobre 2020

LA NUOVA VESTE DE 'LA SCAPILIATA' a cura di Rita Guidi

 


Nuovo, importante passo avanti per il progetto messo in atto dal Direttore Simone Verde per modellare una Nuova Pilotta: 'un grande museo di valore e impronta internazionali che, valorizzando il proprio grande passato, tracci il futuro'.

Protagonista di questo ulteriore intervento è una delle opere simbolo del museo parmense, ovvero 'La Scapiliata' di Leonardo da Vinci.

Nella 'Scapiliata' Leonardo 'non realizza semplicemente una icona di bellezza femminile ma molto di più. Con uno sperimentalismo unico nel suo genere, riesce a riassumere la complessità divina della realtà. La Scapiliata di Leonardo è forza, libertà, femminilità, idolo di perfezione estetica capace di riassumere tutte le forme della vita. In questa tavoletta Leonardo dipinge esattamente ciò che lui stesso ha suggerito, a proposito della raffigurazione della chioma della figura femminile, nel Trattato sulla pittura: «Fa tu adunque alle tue teste gli capegli scherzare insieme col finto vento intorno agli giovanili volti, e con diverse revolture graziosamente ornargli»'. È l'autorevole opinione del professor Pietro Marani e del Direttore Simone Verde.

In occasione delle recenti Celebrazioni dei 500 anni dalla morte del suo autore, 'La Scapiliata' ha trovato una cornice consona, coerente con il prezioso dipinto e ad esso coeva. L'acquisto di questo prestigioso manufatto ligneo è stato finanziato dal Garden Club di Parma, con un intervento straordinario che ha contribuito a valorizzare il dipinto anche nelle sue componenti estetiche. L'associazione, che da tempo affianca la Pilotta condividendone i programmi culturali, ha deciso di sostenere la donazione della cornice poiché identifica nell'opera uno dei più importanti capolavori del Complesso della Pilotta capace di qualificare come icona le sue collezioni a livello internazionale.
Con questo nuovo 'vestito', il capolavoro di Leonardo era stato protagonista della mostra 'La fortuna della Scapiliata di Leonardo da Vinci', allestita nel Complesso della Pilotta dal 18 maggio al 12 agosto 2019, iniziativa di grande successo particolarmente apprezzata dal pubblico.
Dal temporaneo della mostra, al definitivo posizionamento della 'Scapiliata' all'interno del percorso museale rimodellato per la Nuova Pilotta.
Ed è quello che parmensi e turisti possono ammirare ora nell'ala ovest (in via di completo restyling). La meravigliosa tavola di Leonardo è stata posizionata su una ampia superfice metallica grigia e su una parete in marmorino anch'esso grigio, che crea un perfetto contrasto cromatico con l'oro e il bruno che connotano il dipinto e la cornice. È stato creato uno spazio dedicato per farne apprezzare l'eccezionalità senza tuttavia interrompere il percorso tematico espositivo e la tavoletta di Leonardo appare collocata all'interno di una vetrina speciale, un climabox appositamente progettato, che ripara il capolavoro di Leonardo non solo dal pericolo di intromissione da parte di malintenzionati ma la preserva anche dalle polveri e da eccessi di luminosità e umidità.

venerdì 9 ottobre 2020

PICCOLO MONDO ANTICO IN BIBLIOTECA di Stefania Zanardi

 



Cosa bolle in pentola presso la Biblioteca comunale di Traversetolo? Tanto e molto di più…

A dare inizio, il primo sabato di ottobre ( il giorno 3) alle numerose iniziative in programma,  è stata un’originale, per nulla scontata,  presentazione di un lavoro realizzato ‘a quattro mani’, grazie soprattutto all’interessamento e il contributo delle associazioni Okko e Scambiamente. Quest’ultima ha scelto come propria filosofia la divulgazione di cultura, gentilezza  e letteratura grazie all’attività principale di Bookcrossing.

Ma andiamo per ordine: Simona Costanzo (scrittrice e guaritrice) e Paola Codeluppi (fotografa) – le due artefici di questo lavoro impegnativo e richiedente tanto tempo e pazienza - una decina di anni fa, cercano tra l’ Emilia Romagna e le terre mantovane,  donne GUARITRICI entrando nelle loro case, nelle loro vite, per raccontarne le storie. Ed ecco, in un ambiente semplice ma di stile, una vecchia ex stalla tra mattoni e colonnotti in stile semplice e lineare, circondata da piccole finestre dalle quali fa capolino un sole ancora settembrini no, riunirsi un gruppo di persone (per lo più donne – chissà perché?) per ascoltare, imparare, approfondire un argomento che

-  si perde lontano nel tempo, riportando alla luce antiche e misteriose realtà. A presentare il libro Elisa Morandi “ Non una vera presentazione, chiarisce, ma giusto una chiacchierata” perché, pure per lei si tratta di una prima volta.

Come nasce questo libro? Come atto d’amore, un dono gratuito (vocabolo alquanto desueto oggigiorno), una testimonianza, l’esperienza di una donna, una guaritrice. In effetti, in questo libro, sono le donne stesse a raccontare, parlare, mostrare (grazie alle foto di Paola) i luoghi e gli oggetti quotidiani delle GUARITRICI, un tempo figure portanti nella società rurale di qualche decennio fa che sembra resistere ancora oggi. Dieci anni di lavoro, incontri con queste figure femminili uniche, particolari molto schive all’inizio ma  quasi prime donne, a lavoro concluso.

“Per riuscire a strappare loro una foto, od immortalare qualche oggetto personale – spiega Paola- è necessario tanto tempo, una fiducia reciproca perché non è solo un’immagine quella impressa sul foglio ma la loro stessa vita. Ascoltando le parole delle due autrici, si respira aria di magia, ma una magia quotidiana : in effetti, chi decide (e ne ha il potere) di essere guaritrice, ha a che fare con la magia, che non sta tanto nella guarigione ma nel suo mondo è nel modo di concepire la vita.

La cura dei gesti, gli atti ripetuti, i rituali legati per lo più ad un mondo contadino che procedeva e procede (oggi un po’ meno ) ai ritmi della natura, un nutrimento di corpo ed anima. È quindi palese che poche persone riescano a curare poiché è necessaria estrema pazienza, tanto tempo a disposizione.

Sarà anche per questo che, quasi nessun uomo appare nel racconto delle due autrici, in quanto il ‘sesso forte’ è da sempre stato impegnato al di fuori delle mura domestiche, nei campi o altrove.

Ma perché Simona ha deciso di iniziare (e terminare ) questo lavoro così coinvolgente ed impegnativo?

Tutto nasce da una donna, appunto una guaritrice, Dosolina – alla quale è dedicato questo libro- che Simona conobbe da piccola grazie ai suoi genitori per i quali questa donna lavorava. Dosolina era una guaritrice, specializzata nel ‘segnare il Fuoco di Sant’Antonio’:si, proprio specializzata perché queste Figure non lavorano lasciando le cose al caso. E si torna indietro nel tempo di tanti decenni (periodo di guerra e post bellico) quando il valore ed il potere di queste donne era veramente grande, donne forti in un periodo difficile.

C’era chi curava le storte, chi liberava dai vermi, chi placava il mal di pancia e pure il Male di Vivere (molto Leopardiano), la nostra – purtroppo  attualissima – Depressione.

Ma come apparivano agli occhi degli altri queste Entità un po’ fuori dalla realtà? (ma solo in apparenza)

Ascoltando i racconti di Simona e Paola, scopriamo quante sembianze potevano assumere durante un incontro le guaritrici che mano a mano hanno incontrato : timide, introverse, ma anche determinate e decisioniste, un po’ infantili e semplici ma pragmatiche all’ennesima potenza. Insomma, donne che non subiva o la vita, tutt’altro, ne erano le artefici.

Durante l’incontro, tante e varie le domande : ‘Ma facevano paura? Come reagivano medici e Chiesa? Come si contattano queste persone?

Si, incutevano o un certo timore, un po’ reverenziale, ma soprattutto infastidivano perché scardinavano le regole di una comunità e  parte della società :Chiesa e sacerdoti percepivano in loro qualcosa di esoterico, misterioso al limite della stregoneria! I medici temevano che le loro guarigioni (misteriose) sminuissero il  valore della medicina scientifica. Eppure queste donne erano e sono religiose, frequentano la chiesa, non vogliono danneggiare nessuno, non vogliono essere pagate (vietata per loro qualsiasi  genere di ricompensa) tutt’al più accettano doni come ringraziamento. Le guaritrici sono solite affermare che il medico (grazie ai farmaci) spostano la malattia verso altre parti del corpo… loro le eliminano.

Al termine, la domanda di rito : perché Simona ha deciso di essere pure lei guaritrice?

‘Non l’ho affatto deciso – afferma è stata Dosolina (per lei quasi una tata) che me lo ha trasmesso. Ora lei non è più tra noi ed io ho raccolto la sua eredità con un pizzico di paura ma, quando le amiche mi hanno spiegato che se non lo avessi fatto mi sarei ammalata…. ho accettato.

E, ad oggi, ogni suo gesto, rito e segno ha avuto successo. Un dono ed un ‘potere’ non per tutte.