Cosa bolle in pentola presso la Biblioteca comunale di
Traversetolo? Tanto e molto di più…
A dare inizio, il primo sabato di ottobre ( il giorno 3) alle
numerose iniziative in programma, è
stata un’originale, per nulla scontata,
presentazione di un lavoro realizzato ‘a quattro mani’, grazie
soprattutto all’interessamento e il contributo delle associazioni Okko e
Scambiamente. Quest’ultima ha scelto come propria filosofia la divulgazione di
cultura, gentilezza e letteratura grazie
all’attività principale di Bookcrossing.
Ma andiamo per ordine: Simona Costanzo (scrittrice e
guaritrice) e Paola Codeluppi (fotografa) – le due artefici di questo lavoro
impegnativo e richiedente tanto tempo e pazienza - una decina di anni fa, cercano
tra l’ Emilia Romagna e le terre mantovane, donne GUARITRICI entrando nelle loro case, nelle
loro vite, per raccontarne le storie. Ed ecco, in un ambiente semplice ma di
stile, una vecchia ex stalla tra mattoni e colonnotti in stile semplice e
lineare, circondata da piccole finestre dalle quali fa capolino un sole ancora settembrini
no, riunirsi un gruppo di persone (per lo più donne – chissà perché?) per
ascoltare, imparare, approfondire un argomento che
- si perde lontano
nel tempo, riportando alla luce antiche e misteriose realtà. A presentare il
libro Elisa Morandi “ Non una vera presentazione, chiarisce, ma giusto una
chiacchierata” perché, pure per lei si tratta di una prima volta.
Come nasce questo libro? Come atto d’amore, un dono gratuito
(vocabolo alquanto desueto oggigiorno), una testimonianza, l’esperienza di una
donna, una guaritrice. In effetti, in questo libro, sono le donne stesse a
raccontare, parlare, mostrare (grazie alle foto di Paola) i luoghi e gli
oggetti quotidiani delle GUARITRICI, un tempo figure portanti nella società
rurale di qualche decennio fa che sembra resistere ancora oggi. Dieci anni di
lavoro, incontri con queste figure femminili uniche, particolari molto schive
all’inizio ma quasi prime donne, a
lavoro concluso.
“Per riuscire a strappare loro una foto, od immortalare
qualche oggetto personale – spiega Paola- è necessario tanto tempo, una fiducia
reciproca perché non è solo un’immagine quella impressa sul foglio ma la loro
stessa vita. Ascoltando le parole delle due autrici, si respira aria di magia,
ma una magia quotidiana : in effetti, chi decide (e ne ha il potere) di essere
guaritrice, ha a che fare con la magia, che non sta tanto nella guarigione ma
nel suo mondo è nel modo di concepire la vita.
La cura dei gesti, gli atti ripetuti, i rituali legati per
lo più ad un mondo contadino che procedeva e procede (oggi un po’ meno ) ai
ritmi della natura, un nutrimento di corpo ed anima. È quindi palese che poche
persone riescano a curare poiché è necessaria estrema pazienza, tanto tempo a
disposizione.
Sarà anche per questo che, quasi nessun uomo appare nel
racconto delle due autrici, in quanto il ‘sesso forte’ è da sempre stato
impegnato al di fuori delle mura domestiche, nei campi o altrove.
Ma perché Simona ha deciso di iniziare (e terminare ) questo
lavoro così coinvolgente ed impegnativo?
Tutto nasce da una donna, appunto una guaritrice, Dosolina –
alla quale è dedicato questo libro- che Simona conobbe da piccola grazie ai
suoi genitori per i quali questa donna lavorava. Dosolina era una guaritrice,
specializzata nel ‘segnare il Fuoco di Sant’Antonio’:si, proprio specializzata
perché queste Figure non lavorano lasciando le cose al caso. E si torna
indietro nel tempo di tanti decenni (periodo di guerra e post bellico) quando
il valore ed il potere di queste donne era veramente grande, donne forti in un
periodo difficile.
C’era chi curava le storte, chi liberava dai vermi, chi
placava il mal di pancia e pure il Male di Vivere (molto Leopardiano), la
nostra – purtroppo attualissima –
Depressione.
Ma come apparivano agli occhi degli altri queste Entità un
po’ fuori dalla realtà? (ma solo in apparenza)
Ascoltando i racconti di Simona e Paola, scopriamo quante
sembianze potevano assumere durante un incontro le guaritrici che mano a mano
hanno incontrato : timide, introverse, ma anche determinate e decisioniste, un
po’ infantili e semplici ma pragmatiche all’ennesima potenza. Insomma, donne che
non subiva o la vita, tutt’altro, ne erano le artefici.
Durante l’incontro, tante e varie le domande : ‘Ma facevano
paura? Come reagivano medici e Chiesa? Come si contattano queste persone?
Si, incutevano o un certo timore, un po’ reverenziale, ma
soprattutto infastidivano perché scardinavano le regole di una comunità e parte della società :Chiesa e sacerdoti percepivano
in loro qualcosa di esoterico, misterioso al limite della stregoneria! I medici
temevano che le loro guarigioni (misteriose) sminuissero il valore della medicina scientifica. Eppure
queste donne erano e sono religiose, frequentano la chiesa, non vogliono danneggiare
nessuno, non vogliono essere pagate (vietata per loro qualsiasi genere di ricompensa) tutt’al più accettano
doni come ringraziamento. Le guaritrici sono solite affermare che il medico
(grazie ai farmaci) spostano la malattia verso altre parti del corpo… loro le
eliminano.
Al termine, la domanda di rito : perché Simona ha deciso di
essere pure lei guaritrice?
‘Non l’ho affatto deciso – afferma è stata Dosolina (per lei
quasi una tata) che me lo ha trasmesso. Ora lei non è più tra noi ed io ho
raccolto la sua eredità con un pizzico di paura ma, quando le amiche mi hanno
spiegato che se non lo avessi fatto mi sarei ammalata…. ho accettato.
E, ad oggi, ogni suo gesto, rito e segno ha avuto successo. Un
dono ed un ‘potere’ non per tutte.