mercoledì 29 settembre 2021

L'ARMONIA DI UN BORGO: CASTELFIDARDO di Rita Guidi

 

 


 

  Molti la chiamano ancora oggi la “via dei dollari”, anche se sullo stradario è indicata più semplicemente come via Marconi. Soprannome costoso e apparentemente stonato che percorre questa cittadina dalle atmosfere medievali nota invece per le sue armonie: Castelfidardo.

 Castelfidardo e cioè la patria delle fisarmoniche e di una vittoria molto italiana. Luogo antico, adagiato su un piccolo colle dell’entroterra marchigiano, storicamente segnato, oltre che da Garibaldi, dal fiorire di un’industria dei suoni destinata ad attirare negli anni Sessanta ricchezze e residenze (appunto i palazzi di quella via…) di tanti imprenditori. Una nota forte. Perché certamente, prima, Castelfidardo non era così.

 Fondato nel VI secolo, l’antico borgo agricolo “Castel Ficardo” fu libero comune sin dal XII secolo.   Passato alla Chiesa nel 1281 ( ma indipendente durante l'esilio avignonese), fu riconquistato nel 1354 dall'Albornoz.  Dopo un breve dominio dei Malatesta e degli Sforza, tornò però ad essere definitivamente territorio della Chiesa, dal XV               secolo fino alla… unità d’Italia. Perché è questa l’altra occasione di celebrità di Castelfidardo. L’essere stato sede della storica disfida del 18 Novembre 1860 tra l'esercito pontificio e quello piemontese, che ne uscì trionfante sotto la guida del generale Cialdini.

 Non a caso è lui, a capo dei suoi uomini, il condottiero ritratto a cavallo nel suggestivo movimento plastico di un bronzo, realizzato da Vito Pardo nel 1910, e che si trova oggi proprio all’inizio dell’abitato, dopo un lungo viale di cipressi. Certamente da vedere.

 Così come lo è a collegiata di Santo Stefano, vicina al Municipio, al cui interno si trova una cinquecentesca “Ultima cena” di Felice Pellegrino (1594) e una statua di S. Tommaso di arte toscana sempre  del XVI secolo. O ancora, nella piazza del Comune, l’antico palazzo priorale dalle torri merlate, che racchiude al primo piano  il suo salone degli stemmi.

 E da ascoltare? Praticamente tutta questa piccola città. Segnata dal fiuto di un lontano contadino che in breve tempo la trasformò nel più armonioso dei mondi industriali. Si racconta infatti che un giorno, un pellegrino in visita alla vicina Loreto che viaggiava con la sua inseparabile fisarmonica, sia passato di qui. Non senza tracce: tale Paolo Soprani, un abile stornellatore, ne restò infatti talmente affascinato che lo convinse a vendergliela.

 Era il 1863. La neonata Italia conosceva così questo popolare strumento. Mentre Castelfidardo battezzava quella che sarebbe stata la sua nuova “economia”, la sua improvvisa celebrità. E quella “via dei dollari”, solo apparentemente stonata, che ancora oggi resta a ricordarlo. nel...

...MUSEO INTERNAZIONALE DELLA FISARMONICA

 147 fisarmoniche, senza contare quelle incise sulle monete o stampate sui francobolli. Si trovano al Museo Internazionale della Fisarmonica, in Via Mordini, ospitato da un intero piano del cinquecentesco Palazzo municipale, naturalmente, di Castelfidardo. Organetti, fisarmoniche ed                 altri strumenti musicali ad ancia libera, testimoniano, sotto i fascinosi riflettori di queste antiche volte, gli sviluppi e la storia di questa cittadina che è ancor oggi uno dei principali centri mondiali di questa così particolare produzione. (Anche per questo) nato nel 1981,  il museo si compone di diverse sezioni: ci sono quelle (e quasi tutte ancora funzionanti) costruite tra il                                      1840 ed il 1968, e poi ci sono le chicche stravaganti, come un Harmoniflute del 1863 e il celebre Cheng cinese, invenzione del 1800 a.C.circa. Quindi le sezioni tematiche: la musica nelle monete, la fisarmonica nella iconografia e la fisarmonica nel francobollo.

                                                                                               Rita Guidi

 

 

 


 

 


                

 

 

 

AL MAR DI RAVENNA ANCHE DANTE E' POP a cura di Rita Guidi


 


Il MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna e il Comune di Ravenna presentano

"Dante. Gli occhi e la mente
Un’Epopea POP" 
(25 settembre 2021 - 9 gennaio 2022)

a cura di Giuseppe Antonelli, e con la sezione d’arte contemporanea a cura di Giorgia Salerno. 

Si tratta di una grande esposizione sulla fortuna di Dante, sulla sua immagine e sulla sua opera.

 La notorietà popolare di Dante comincia già nel Trecento e arriva fino a quell’universo culturale che chiamiamo «pop». 

Ad alimentare questa fortuna hanno contribuito gli artisti che hanno raccontato Dante e la Divina Commedia con mezzi diversi: dalle illustrazioni ai romanzi, dalle canzoni ai film, dai fumetti ai videogiochi.

Al percorso espositivo si interseca una sezione dedicata all’arte contemporanea con opere di artisti internazionali, come Edoardo Tresoldi, Irma Blank, Tomaso Binga, Richard Long, Letizia Battaglia, Kiki Smith, Rä di Martino, Robert Rauschenberg, Gilberto Zorio e molti altri, scelte per reinterpretare temi danteschi: le anime, il viaggio, le figure femminili, il sogno e la luce.

martedì 14 settembre 2021

IL GRANDE CLUB DEI POLLICI VERDI - TORNA VERDE GRAZZANO a cura di Rita Guidi

 





Dal 24 al 26 settembre, l’appuntamento per tutti i “pollici verdi” è a Grazzano Visconti, per la quarta edizione di Verde Grazzano. Ad attenderli è una kermesse attentamente calibrata da Luchino Visconti che, con Allegra Caracciolo Agnelli e Federico Forquet, promuove Verde Grazzano, affiancati da Carlo Contesso, celebre garden designer di formazione inglese.

Verde Grazzano punta a offrire occasioni uniche, intelligenti curiosità che stimolino coloro che della cura del proprio giardino e dell’orto hanno fatto una religione.

Tra le diverse opportunità incuriosisce il fatto che giunga dalla Germania, terra non immediatamente associabile al pomodoro, una collezione unica di varietà della popolare rossa solanacea. Che, come mostra Michael Schick, non è solo rossa e si presenta con forme e dimensioni diversissime. Michael Schick per i pomodori ha una vera passione: sino ad oggi è riuscito a coltivarne 930 varietà, ma non nasconde l’obiettivo di arrivare a superare presto il traguardo delle mille, un traguardo da Guinness.

Ancora in fatto di orto, ecco i peperoncini proposti da Filippo e Sara che hanno creato, con B-Orto Peppers, una piccola nicchia piccante impiantata a Gemona del Friuli. Da sempre amanti dei particolari insoliti e dei grandi piaceri della vita hanno deciso di creare un'azienda agricola specializzata in peperoncino.

“Il peperoncino è – affermano Filippo e Sara - tante cose: un ortaggio ma anche una spezia, un motore di convivialità, una sfida aperta e una scoperta in termini di gusto e sfumature.

Filippo e Sara amano metterci del proprio in tutte le cose che fanno e i loro prodotti sono come loro: un po' creativi, senza troppi compromessi, ispirati alla tradizione senza prendersi mai troppo sul serio.

Piante che si possono mangiare è quanto presenta a Verde Grazzano l’Azienda Agricola La Margherita, vivaio specializzato in piante commestibili che, da vent’anni si occupa di ricerca, riproduzione e coltivazione di piante e fiori eduli. Le collezioni che propongono durante l’anno sono: Erbe Aromatiche, Ortaggi perenni, Peperoncini Piccanti, Pomodori, Peperoni dolci e Melanzane. Nel periodo autunnale, il focus sarà sulle soprattutto sulla infinita varietà di erbe aromatiche.

Ma non tutti sanno che anche i loti sono delizie non solo per gli occhi ma anche per il palato. Tutti i fior di loto sono eduli, ma alcuni vengono coltivati proprio a scopo alimentare, fanno meno fiori ma le dimensioni sono straordinarie e i rizomi spesso sono enormi. Del fior di loto viene mangiato tutto: rizomi fritti, in zuppe, insalate ecc. I semi freschi per succhi di frutta molto energetici, le foglie sono l’ingrediente perfetto per minestroni, insalate frittate, i fiori fritti sono una delizia.

E a Verde Grazzano, il vivaio Water Nursery, è pronto a mostrarvi le virtù segrete delle piante   acquatiche e palustri di cui è specialista: fior di loto, ma anche, ninfee rustiche e tropicali, iris, canne indiche colocasie. In esclusiva per Verde Grazzano Water Nursery propone diverse rarità: dagli  iris palustri (ensata, sibirica), a fiore doppio, molto fioriferi, a una ricca collezione di ninfee tropicali particolarmente fiorifere e profumate e delle colocasie dalle grandi foglie.

Il tutto sarà arricchito dagli ibridi di ninfee rustiche che negli ultimi anni hanno vinto dei premi nelle competizioni mondiali di settore.

Dalla lavorazione del lino e dalla canapa arrivano invece i prodotti dell’Azienda Agricola Landini. I coniugi Francesco e Maria Chiara in quel di San Protaso (PC), hanno avuto l’idea di seminare i fertili campi della Val Chiavenna con prodotti semplici facenti parte delle coltivazioni del passato, ma oggi dimenticati: lino e canapa, declinati in tre differenti produzioni che comprendono olii, farine e il geniale canafè. La scelta di investire su queste coltivazioni è stata prima di tutto etica; la canapa in particolare, rispetto ad altre colture richiede un minor apporto idrico e soprattutto, non richiede l’utilizzo di concimi e diserbanti, garantendo prodotti a basso impatto ambientale 100% naturali.

Fisiologico che dopo aver incontrato gli espositori e gli esperti si avverta un certo languorino. Ed ecco La Cucina di Annalisa, un laboratorio artigianale di prodotti dolci e salati: torte alla violetta, meringhe al lampone, i krumiri di Casale Monferrato...poi la parte salata: il bagnetto piemontese, la bagna cauda.. tutto fatto a mano, naturalmente.

Gradevole pausa prima di riprendere una visita che riserva, ad ogni passo, sorprese e novità

 

 

SAVE THE DATE – la quarta edizione di Verde Grazzano vi attende dal venerdì 24 alla domenica 26 settembre al Parco del Castello di Grazzano Visconti (Pc).

domenica 12 settembre 2021

IL COLORE DEI SOGNI - LA FONDAZIONE MAGNANI ROCCA CELEBRA MIRO' a cura di Rita Guidi

 


La mostra, dal titolo 'Mirò. Il colore dei sogni' (11 settembre - 30 dicembre 2021) è il prezioso omaggio al grande artista spagnolo, ospitato dalla Fondazione Magnani Rocca; la dimora che Luigi Magnani trasformò in una casa museo sontuosa e sorprendente.  

La mostra, a cura di Stefano Roffi e realizzata in collaborazione con Fundación MAPFRE di Madrid, attraverso cinquanta opere fra gli anni Trenta e gli anni Settanta per la gran parte a olio su tela, propone un percorso che, orchestrato come una partitura musicale, evidenzia la sfida continua operata dall’artista nei confronti della pittura tradizionale, “con opere come Cheveaux mis en fuite par un oiseau dove Mirò letteralmente massacra – evidenzia il curatore -  la pittura comunemente intesa, con un certo parallelismo con l'Espressionismo americano nell’idea che la pittura dovesse essere un getto continuo scaturito da una profonda esplosione creativa, pur garantendo alle proprie forme una dirompente integrità individuale malgrado le metamorfosi subite”.

Trasgressivo e anticonformista, l’artista affianca alla sua anima più contemplativa una poetica unitaria tra sogno e colore, così da sfuggire alla banalità e al convenzionalismo, dando vita a un linguaggio artistico universale ma allo stesso tempo unico e originale. Come affermava Mirò: ‘Una semplice pennellata può dare libertà e felicità’.   

“Visitare la mostra significa – conclude Stefano Roffi - viaggiare dentro i sogni di Miró perché questa è la trama della sua arte”.

 

Parallelamente a quella di Miró, i visitatori potranno ammirare una preziosa mostra focus dedicata a Pier Paolo Pasolini, a pochi mesi dal centenario della nascita (Bologna, 5 marzo 1922). 

sabato 11 settembre 2021

QUANDO LA FOTOGRAFIA RACCONTA : SCIASCIA E BORGES RITRATTI DA SCIANNA - INVITO ALLA REGGIA DI COLORNO a cura di Rita Guidi

 



Dal 12 settembre all’8 dicembre, il Piano Nobile della Reggia di Colorno, nel parmense, accoglie Leonardo Sciascia e Jorge Luis Borges, ciascuno raccontato da una sequenza di 22 ritratti di Ferdinando Scianna. Ritratti dell’amico di una vita (Sciascia), dato il personale stretto rapporto che intercorse tra il fotografo e lo scrittore siciliano, e di un gigante della letteratura del Novecento (Borges), le cui opere tanto hanno affascinato anche Scianna.

L’incontro di Scianna con Sciascia risale al 1963: dello scrittore siciliano Ferdinando diventa presto fraterno amico e collaboratore, “un secondo padre” come Scianna stesso lo ha definito. Sciascia firmerà molti dei testi introduttivi alle monografie fotografiche di Scianna: da “Feste religiose in Sicilia”, con il quale Ferdinando vince il Premio Nadar nel 1966, a “Les Siciliens” nel 1977 e a “La villa dei mostri”.

A Sciascia si deve uno dei ritratti di Scianna fotografo più lucidi e intensi: “È il suo fotografare, quasi una rapida, fulminea organizzazione della realtà, una catalizzazione della realtà oggettiva in realtà fotografica: quasi che tutto quello su cui il suo occhio si posa e il suo obiettivo si leva obbedisce proprio in quel momento, né prima né dopo, per istantaneo magnetismo, al suo sentimento, alla sua volontà e – in definitiva – al suo stile.”

L’incontro di Scianna con Borges risale agli anni Ottanta, ma altrettanto memorabili sono gli esiti dei suoi ritratti dello scrittore argentino.

 

“Scianna è stato – afferma il curatore della mostra, Sandro Parmiggiani, delineando un profilo complessivo della sua opera -  uno dei fotografi che, con le sue immagini, ha contribuito ad ampliare i territori dell’umano, a spostarne in avanti le frontiere, ridando una dignità a persone, animali e cose che raramente l’avevano avuta, che dai territori dell’umano erano a lungo stati esclusi. Delle persone, anche le più umili da lui fotografate, sentiamo il calore e la vicinanza, giacché non ci paiono né alteri né isolati in un bozzolo di autosufficienza, ma sempre parte di un humus vitale, generale, che determina e accentua la loro capacità di comunicare, e che in un qualche modo a tutti appartiene. Accanto a questo carattere del tutto peculiare, va detto che nelle immagini di Scianna il buio si manifesta in tutto il suo mistero e la sua forza di rivelare il senso vero di ciò che se ne sta nel versante opposto, dentro la luce; del resto, Ferdinando stesso ha confessato che la sua percezione della luce è quella propria di un siciliano: “Il sole a me interessa perché fa ombra: è così drammatico che produce dialetticamente il suo contrario”.

 

Scianna nasce a Bagheria (Palermo) nel 1943. Frequenta la Facoltà di Lettere e Filosofia all’Università di Palermo, ma presto la passione per la fotografia prende il sopravvento: inizia a fotografare sistematicamente le festività religiose della sua terra, la Sicilia, alla quale rimarrà sentimentalmente per sempre legato. Trasferitosi nel 1966 a Milano, Scianna inizia la sua attività di fotografo professionista; nel 1967 viene assunto dal settimanale “L’Europeo”, per il quale realizza servizi memorabili in tutto il mondo (è, tra l’altro, a Praga nell’agosto 1968) e inizia anche a scrivere articoli, riunificando nella sua persona due aspetti che nel giornalismo sono abitualmente separati. Nel 1977 Scianna si trasferisce a Parigi, sempre come corrispondente de “L’Europeo” (collabora anche a “Le Monde Diplomatique” e a “La Quinzaine littéraire”); qui vive per dieci anni, conosce, e frequenta assiduamente, Henri Cartier-Bresson, che nel 1982 lo introduce nella famosa Agenzia Magnum Photos. Inizia a esporre in mostre personali e di gruppo, svolge attività di fotografo di alta moda e di pubblicità, sempre comunque con la capacità di fondere qualità estetico-formale dell’immagine e espressività corale e storica della stessa.

giovedì 9 settembre 2021

IN MOVIMENTO CON LA TRIENNALE - APPUNTAMENTO il 10 settembre alle 18,30 CON PATRICIA URQUIOLA E EMANUELE COCCIA a cura di Rita Guidi

 


Venerdì 10 settembre 2021, alle ore 18.30, Triennale Milano presenta Mudanzas, una conversazione tra Patricia Urquiola, architetto e designer, ed Emanuele Coccia, filosofo e professore all’École des hautes études en sciences sociales di Parigi, introdotta da Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design Italiano di Triennale. 

“Mudanzas" è il termine spagnolo per indicare i traslochi, ma che indica anche l'atto del muoversi. L'incontro propone una riflessione sui temi della casa e dell'abitare a partire dal recente libro di Coccia Filosofia della casa per poi affrontare anche alcuni dei temi trattati nei suoi precedenti libri Métamorphoses, La vita sensibile e La vita delle piante.

 

Questo appuntamento fa parte del Public Program di Triennale Estate, un progetto rivolto a tutta la città per tornare a vivere insieme la cultura. L’obiettivo di Triennale Estate è dare voce a diversi temi: dal design all'architettura, rigenerazione urbana alla fotografia al teatro e alle performing arts, con una particolare attenzione a tematiche quali sostenibilità, green, diversity, dialogo intergenerazionale, valorizzazione delle figure femminili nell’arte contemporanea e con il contributo di discipline come la storia e la filosofia quali ulteriori chiavi di lettura per interpretare il contemporaneo.

 

I Partner Istituzionali Eni e Lavazza, l’Institutional Media Partner Clear Channel e il Technical Partner ATM sostengono Triennale Milano. Il Main Partner Intesa Sanpaolo e il Partner Lumina sostengono Triennale Milano per il progetto Triennale Estate.

 


Patricia Urquiola ha studiato architettura e design presso lUniversidad Politécnica di Madrid e al Politecnico di Milano dove si laurea con Achille Castiglioni. In Spagna è stata insignita della Medaglia d’Oro delle Belle Arti e della Croce di Isabella la Cattolica. Ha fondato il suo studio nel 2001, specializzandosi negli ambiti del design di prodotto industriale, architettura (hospitality, retail, residenziale, mostre e installazioni), direzione artistica, consulenza strategica. Patricia Urquiola è Art Director di Cassina dal 2015 e collabora con importanti aziende del design come Moroso, Driade, Flos, GAN, Andreu World, Glas Italia, Kettal, Kvadrat e gruppi internazionali come, tra gli altri, Haworth, BMW, Boeing, Louis Vuitton, Missoni, Mandarin Oriental Hotels, Four Seasons, Marriott Group, Starbucks, Ferrari, Swarovski. Fa parte dellAdvisory Board del Politecnico di Milano e del Comitato Scientifico del Museo del Design Italiano di Triennale Milano. È stata docente della Domus Academy di Milano (2013-2015) per il master di Interior Design e lecturer in università come Harvard, Università del Michigan, Shenkar College of Engineering and Design in Israele, Alvar Aalto Academy in Finlandia, Università Statale di Milano e Università Bocconi. È stata ospite di eventi culturali come Design Shanghai, Istanbul Design Week, Expressive Design Conference del Vitra Design Museum di Weil am Rhein, Bloomberg Design Conference di San Francisco, Festarch di Perugia, Festival della Mente di Sarzana e Festival della Letteratura di Mantova. I suoi lavori sono esposti in numerosi musei di arte e design del mondo, come il MoMA di New York, il Musée des Arts decoratifs di Parigi, la National Gallery of Victoria di Melbourne, il Museum of Design di Monaco, il Vitra Design Museum di Basilea, il Victoria & Albert Museum di Londra, lo Stedelijk di Amsterdam, il Philadelphia Museum of Art. È stata nominata Designer of the Year da “Wallpaper”, “Elle Décor International”, “AD Spagna”, “Architektur&Wohnen” e da molte altre testate.



Emanuele Coccia è Professore Associato presso lEHESS di Parigi. Tra le supubblica


zioni: The Life of Plants: A Metaphysics of Mixture (Londra, 2018), Merci: pubblicità,


 spazio urbano e legge morale dell’immagine (New


 York,2017), Vita sensibile. A Micro-


Ontology of the Image (New York, 2016), l’antologia Angeli. Ebraismo Cristianesimo


 Islam (co-pubblicato con Giorgio Agamben, 2009)


 e La trasparenza delle immagini. Averroè e lAverroismo (2005).


 I Partner Istituzionali Eni e Lavazza, l’Institutional Media Partner Clear Channel e il Technical Partner ATM sostengono Triennale Milano. Il Main Partner Intesa Sanpaolo e il Partner Lumina sostengono Triennale Milano per il progetto Triennale Estate.


mercoledì 8 settembre 2021

PIER PAOLO PASOLINI: FOTOGRAMMI DI PITTURA - QUANDO L'ARTE SI FA CINEMA - a cura di Rita Guidi

 


A pochi mesi dal centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (avvenuta il 5 marzo 1922 a Bologna) la mostra focus che verrà allestita dalla Fondazione Magnani-Rocca nella sontuosa Villa di Mamiano di Traversetolo (Parma) dall’11 settembre al 12 dicembre 2021, intende evidenziare la piena apertura del poeta-regista al dialogo fra letteratura, cinema, arti figurative alla ricerca di quelle corrispondenze che furono al centro dell’interesse intellettuale anche di Luigi Magnani, fondatore della Magnani-Rocca, che visse a Roma nello stesso periodo di Pasolini e che ne possedeva le pubblicazioni. 

Particolare rilievo verrà dato ai riferimenti artistici ed estetici nei film di Pasolini. Il progetto dell’esposizione - a cura di Stefano Roffi e Mauro Carrera - dal titolo Pier Paolo Pasolini. Fotogrammi di pittura, trae origine dal fatto che Pasolini, pittore egli stesso per tutta la vita, indicava sempre i modelli pittorici come riferimenti per il proprio linguaggio cinematografico, più per stile che per iconografia, spesso costruendo le inquadrature come scene dipinte, senza tuttavia farne citazioni semplicemente estetiche ma esprimendo efficacemente contenuti molto complessi, resi così universalmente comprensibili. 

L'inquadratura immaginata come un quadro spiega la preferenza di Pasolini per il campo fisso: come se io in un quadro - dove, appunto, le figure non possono essere che ferme - girassi lo sguardo per vedere meglio i particolari; quindi la pittura risulta un mezzo congeniale per un linguaggio filmico di impronta astorica. La citazione artistica viene espressa attraverso la messa in posa, i lunghi primi piani che sottolineano la ieraticità dei volti (di attori presi il più delle volte dalla strada) e la ricostruzione di veri e propri tableaux vivants.

In mostra sontuosi costumi realizzati per i film, prestati dallo CSAC di Parma, e indossati da celebri attrici, come Silvana Mangano, locandine originali dei film, al tempo spesso considerati scandalosi e quasi sempre vietati ai minori di 18 anni, rare fotografie d’epoca e la galleria fotografica delle opere d’arte che Pasolini ebbe come riferimento, in accostamento alle scene tratte dai film.

Particolarmente nel suo primo film Accattone (1961) emerge l’influenza del celebre studioso e critico d’arte Roberto Longhi, del quale Pasolini fu allievo all’Università di Bologna, e delle sue lezioni sul Romanico, su Masaccio e su Caravaggio. Sulla scelta del protagonista del suo secondo film Mamma Roma (1962), spiegava Pasolini:  'Ho visto Ettore Garofolo mentre stava lavorando come cameriere in un ristorante dove una sera ero andato a mangiare, [...], esattamente come l’ho rappresentato nel film, con un vassoio di frutta sulle mani come la figura di un quadro di Caravaggio'; la drammatica immagine finale del ragazzo, sconvolto dalla rivelazione del mestiere della madre, morente e legato nell’infermeria della prigione, riprende il Cristo morto (1485) di Andrea Mantegna, in una evidente sovrapposizione del sacrificio di Cristo con le sofferenze dei miseri.

Ne La ricotta, episodio da RoGoPaG (1963), Pasolini attraverso i dettami di Orson Welles, nel ruolo di un regista suo alter-ego che dirige un film sulla Passione di Cristo, ricostruisce a tableau vivant, due opere di manieristi toscani: la monumentale Deposizione di Cristo di Rosso Fiorentino (1521) e l’altrettanto imponente pala, di analogo soggetto, del Pontormo (1526-1528). 

Numerosi sono i riferimenti pittorici anche ne Il Vangelo secondo Matteo (1964) e Teorema (1968) – in particolare Piero della Francesca e Francis Bacon -, poi ne Il Decameron (1971) col regista che dichiara il suo debito verso Giotto e Velázquez; ma la grande arte è presente nella concezione estetica di tutti i film di Pasolini, fino all’ultimo, lo scandaloso quanto lucidissimo e profetico Salò o le 120 giornate di Sodoma.

L’estremo tableau vivant è la morte caravaggesca del regista a Ostia il 2 novembre 1975. La mostra si fregia del patrocinio e della collaborazione del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa della Delizia (PN) e del Centro Studi - Archivio Pier Paolo Pasolini presso la Fondazione Cineteca di Bologna.

La collaborazione con la Fondazione AAMOD consentirà la visione in sede espositiva del documentario Pier Paolo Pasolini. Cultura e società (1967) di Carlo Di Carlo.

Il catalogo della mostra (Silvana editoriale) presenta saggi di Roberto Chiesi (Il cinema di Pasolini), Mauro Carrera (Pasolini come personaggio e icona), Stefano Roffi (Pasolini mette in scena la pittura).