lunedì 30 novembre 2020

QUANDO LA PASSIONE CORRE SU...AGO E FILO - VISITA A UNO STORICO ATELIER di Stefania Zanardi

 



Entri nel suo Atélier e respiri aria di Stoffe, lane, tessuti di vario genere  e, girando la testa intravedi forbici, fettucce di metri, spilli, abiti, macchine da cucire, manichini rivestiti da produzioni sartoriali in divenire ...ma ,soprattutto, si respira aria di strenue lavoro, impegno e Passione.

Un curriculum niente male quello di Rita Filipponi, sarta (ma il termine non rende bene l’idea)  dall’età di 14 anni, quando inizia a muovere i primi passi in questo “mondo”: primo lavoro, primo impiego presso la sartoria delle sorelle Cenci (tra gli anni ‘60 e ‘70) dove impara il mestiere, crescendo, impegnandosi  per 5 anni. Poi, la decisione di Specializzarsi in “camiceria” nel settore prototipi  e lì, Rita fa la “cosiddetta gavetta”focalizzando il suo lavoro sulla creazione di camicie, una scelta voluta fortemente, mirata, allo scopo di perfezionarsi.

Ma questi sono solo gli “inizi”; infatti giunta all’età di 20 anni (una bambina per i nostri tempi), con idee chiare in testa, esperienza, lavoro costante , Rita si lancia all’avventura e, il suo percorso “sartoriale” cambia direzione . Meta, Milano. E, da questo momento in poi gli incontri e le collaborazioni con i Grandi della moda ; Fendi, Burani, Gai Mattioli, Borbonese, linee moda quali Calvin Klein, Thierry Mugler, mila  Schon, La Perla… Ma andiamo per ordine.

Milano, Rita, giovane, piena di entusiasmo e coraggio decide di proporsi alle sorelle Fendi, nel periodo in cui loro si occupavano esclusivamente di  “pellicceria”e di capi “in seta lavati”: è proprio grazie a questa questa collaborazione e a quella con Marni – nell’arcata degli anni ‘80- che Rita Filipponi compie un altro passo avanti,

“ Si- asserisce Rita- decido di aprire un mio laboratorio personale dove mi occupo di campionari e piccole produzioni, inaugurando questo spazio con il Marchio MA.RI.DA”- Che sta per …. (chiedo io) -” Semplice- mi spiega- le iniziali dei nomi di mio marito e mio figlio e mie : Maurizio, Rita, Davide.”

Un periodo d’oro, colmo di soddisfazioni ma pure di duro ed intenso lavoro, giornate e serate spese su stoffe, forbici, tagli e cuci… solo il grande impegno dà buoni frutti.

“ Eh già- sottolinea Rita- il mondo della moda, bellissimo ma molto impegnativo. Fortunatamente, ad un certo punto, mio figlio Davide decide di prendere parte alla mia avventura. Un aiuto di cui non potrei più fare a meno. “

Davide conferma lo stesso pensiero della madre, lui che – sebbene lavori come geometra (tutto un altra realtà )- entra a pié pari in questo mondo ,occupandosi dei campionari, coordinandoli e gestendoli, tenendo i contatti utili.

Ma torniamo agli step della sua carriera sartoriale.

“ Purtroppo- racconta Rita recuperando fatti del passato- non tutto è “rose e fiori”. Ricordo il forte  impegno dedicato ad una grande azienda di Roma, giorni ed ore spese su tavolo di lavoro, e non avere avuto nessun riscontro economico, mi amareggiò tantissimo. Ricordo, in quegli anni, pochi erano i laboratori di camiceria, ma tutti hanno subito questa grande ingiustizia.”

Dopo questa amara esperienza, fortunatamente, Rita incontra Anna Ossola, stilista di Cortina, con la quale instaura una buona relazione lavorativa : siamo negli anni ‘80, Ossola, in quanto stilista, disegna modelli, Rita si occupa della mano d’opera producendo “ fattivamente “ i capi finiti.

Ed ecco l’incontro e la collaborazione con Mariella Burani: siamo negli anni 1990-2010 e Rita si trova a lavorare fianco a fianco con la stilista in qualità di “premier” . In parole povere, Rita gestisce la sartoria, collabora costantemente, è autonoma e molto apprezzata ( in possesso delle chiavi per entrare ed uscire dalla sede Burani ), segno di grande stima e considerazione.

Ma come è stato lavorare con Mariella Burani? - le chiedo

“ Sebbene lei avesse un carattere alquanto spigoloso, fosse molto esigente, l’esperienza è stata di grande soddisfazione- asserisce Rita- in tutti i sensi. Inoltre- prosegue- amavo tantissimo il suo stile, gli abiti disegnati da lei e l’abito prodotto, finito, soddisfaceva in pieno le esigenze di Mariella.

La nostra relazione è stata sempre positiva e mi era di grande gioia realizzare fattivamente gli schizzi che ricevevo da lei.”

Tanta acqua è passata sotto i ponti, tanti anni che hanno visto mutamenti, a volte capovolgimenti, nel settore moda. Mi sorge spontanea una curiosità.

“ Cosa è rimasto oggi del mondo di ieri, cosa è mutato fortemente?”

“Senza dubbio il sentimento di “indifferenza” che alberga in molti- mi spiega dispiaciuta- l’estrema difficoltà nel costruire una relazione che vada oltre l’esecuzione del “capo” richiesto. Tutto è pragmatico- sottolinea Rita- legato sl business, il rapporto umano è scarsissimo.”

Segno di questi tempi, ci confessiamo reciprocamente…

Osservando l’Atélier- sito in Borgo del Correggio- l’occhio si ferma sulle tante foto esposte alle pareti, ritraenti modelle, attrici, uno squarcio del modo dei VIP e mi domando come sia lavorare con persone che gravitano palcoscenici, red carpets per sfilate con estrema “nonchalance “.

“Ah- sorride Rita- con le modelle è tutta un’altra cosa: le ho sempre trovate molto professionali, ben disposte al dialogo,addirittura alla ricerca di approfondimenti umani”

E poi le sfilate… chissà cosa si nasconde nel backstage…

“ E’ un mondo a sé – spiegano Rita e Davide- dove vedi i tuoi prodotti esposti, sotto gli occhi del pubblico , indossati, vivi ed è una cosa commovente “ e mentre lo raccontano gli si illuminano gli occhi.. ad entrambi.

“Ogni sfilata è unica, sembra sempre la prima volta. Mentre la modella sfila, osservi la tua creazione, se cade bene, se è armonica ”- chiariscono.

Anche per questo motivo- mi aggiornano Rita e Davide- prima di una sfilata, oltre allo stilista, compare la figura dello Stylist che cambia di volta in volta, che vede il prodotto finito con occhi diversi, non coinvolto emotivamente.

“ E’ importantissimo – evidenzia Davide- lo stilista spesso è troppo coinvolto perché vive l’abito passo a passo e  può essere poco obiettivo, mentre le stylist guarda , osserva, controlla con un occhio esterno e distaccato”

Qualche aneddoto?

“ Ricordi piacevoli-certo-  racconta Rita; quella volta che Nina Morich venne a sfilare portando con sé il figlio piccolissimo, una grande tenerezza  e pure Paola Barale testimonial di una sfilata, molto carina e in sintonia con me.

Maria Grazia Cucinotta gentile e simpatica, Alba Parietti, Marta Marzotto ed i suoi modi affettuosi e carini. E non dimentico la bellezza di Megan Gale …

Le più grandi soddisfazioni emotive, più intime?

“ Senza dubbio la possibilità di lavorare con mio figlio Davide- afferma Rita- è stata un’ottima idea, una scelta che rifaremmo. E poi, nei miei cassetti della memoria, un po’ più individuale e forse civettuola, la settimana vissuta presso lo show room di Gian Battista Valli, giorni di grande soddisfazione e gioia “.

Impegno che ha dato i suoi frutti !

 

martedì 24 novembre 2020

NOTE IN RETE DAL FARNESE - MAURO ERMANNO GIOVANARDI IN CONCERTO IL 28 NOVEMBRE a cura di Rita Guidi

  


Sarà il concerto intimo e personale, di grande forza espressiva, di un artista straordinario come Mauro Ermanno Giovanardi, nella cornice prestigiosa del Teatro Farnese, a concludere - sabato 28 novembre - la XIV edizione de 'Il Rumore del Lutto', rassegna culturale diretta da Maria Angela Gelati e Marco Pipitone.

L'esibizione sarà rilasciata in forma gratuita dalle ore 21 della stessa sera sui canali social della rassegna e su quelli del Complesso Monumentale della Pilotta, con cui si realizza l'evento.

Mauro Ermanno Giovanardi, cantautore raffinato e poliedrico, si muove nel panorama musicale italiano da oltre 30 anni: interprete, autore, performer, produttore discografico e, infine, direttore artistico.
Tra i creatori della scena underground nostrana, dopo aver fondato sul finire degli anni '80 i Carnival of Fools, abbraccia gli anni '90 sotto l'egida del successo, grazie ai La Crus, band la cui espressione si riflette entro atmosfere sfaccettate eppure accomunate da un'impronta inconfondibile, libera di muoversi tra rock, pop e tradizione cantautorale.
La voce inconfondibile, i testi, restano ancora oggi il denominatore comune di una carriera dalle differenti incarnazioni, in equilibrio tra progetti 'in solitaria' di grande respiro e clamorosi ritorni alla base, non ultima la reunion con i La Crus nel 2019. La sua è una storia in perfetto equilibrio tra la forza del rock e l'eleganza della musica d'autore; tra l'innovazione musicale e la qualità dei testi, in grado di dare lustro alla scena cantautorale nata tra gli anni '90 e i successivi.
In questo concerto, 'Joe' cucirà le diverse anime della propria storia, ispirato anche dalle tematiche de Il Rumore del Lutto, proponendo pezzi dei La Crus, come "Nera Signora" e "Come ogni volta", alternandoli a brani tratti dai suoi album solisti come "Io confesso" (vero capolavoro della musica italiana) e "Nel centro di Milano". Saranno eseguiti inoltre canzoni provenienti dal recente progetto "La mia generazione", oltre a veri e propri omaggi ai grandi cantautori della musica italiana ed internazionale.

giovedì 19 novembre 2020

GRANDE 'PRIMA' IN PILOTTA CON L'ETOILE ANTONELLA ALBANO IL 30 NOVEMBRE a cura di Rita Guidi

 


"La legge, e la prudenza, tengono sbarrate le porte della Nuova Pilotta. Ma la musica le apre al mondo". Con questa frase il direttore Simone Verde annuncia che il prossimo 30 novembre, a porte naturalmente chiuse, la Pilotta diventerà palcoscenico per una affascinante coreografia nel nome di Frida Kahlo. Il videoclip che ne sarà tratto girerà nel mondo del web, e non solo, portando ovunque le immagini del museo parmense. 

Ad esibirsi nei diversi ambienti del Museo sarà Antonella Albano, Prima Ballerina del Teatro alla Scala, che danzerà, con un suo progetto coreografico elegante, coinvolgente ed emozionante, su un brano composto per l'occasione dal Maestro Piero Salvatori, ripresa con la sapiente regia di Filippo Chiesa. A fare da scenario e, in realtà, ad essere co-protagonista del balletto sarà il complesso della Nuova Pilotta: il Teatro Farnese, innanzitutto, ma anche la Galleria Petitot della Biblioteca Palatina ed i Saloni Ottocenteschi della Galleria Nazionale.

"A rafforzare questo emozionante colloquio ideale tra arte, musica e danza, sarà anche un'altra delle Arti, ovvero la poesia. Con un testo scritto, non a caso, da una artista tra le più espressive della storia dell'arte del Novecento, una vera e propria icona: Frida Kalho", sottolinea il Direttore Verde.

Di lei il bravissimo Paolo Rossini, leggerà i versi di "Ti meriti un amore". Parole davvero intense come quelle centrali della poesia: "Ti meriti un amore che voglia ballare con te,/ che trovi il paradiso ogni volta che guarda nei tuoi occhi/e non si annoi mai di leggere le tue espressioni".

Il videoclip è prodotto dal regista Filippo Chiesa, con la collaborazione della Nuova Pilotta che, con iniziative come queste vuole ricordare al pubblico che, anche quando sembra chiuso, un museo in quanto centro di ricerca e di reinvenzione permanente di se stesso, è comunque attivo, in qualche modo aperto. Esattamente come lo scorso lock-down è servito infatti a implementare e accelerare la progettazione, altrettanto sta succedendo in queste ore drammatiche in cui si sta tentando di fare di necessità virtù, lavorando al riallestimento di altri spazi, per una Nuova Pilotta, ora anche più grande grazie all'acquisizione degli impressionanti spazi delle Scuderie ducali: 1500 mq. in più.

venerdì 16 ottobre 2020

IN VIAGGIO CON ULISSE - LA MOSTRA EVENTO AI MUSEI SAN DOMENICO DI FORLI' di Rita Guidi - foto di Niccolo' Zanichelli

 

 


La prora fende l’orizzonte dei secoli e poi si affida quieta al nostro sguardo.

Si lascia ammirare, magica e sorniona, al riparo delle volte sacre dell’antica navata. E ci guida, ferma, nel lungo viaggio alle radici della nostra storia, del nostro pensiero, della nostra identità.


E’ un’emozione da non perdere l’evento  “Ulisse. L’arte e il mito”, ospitata presso i Musei San Domenico (a cura della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì). Uno straordinario percorso visivo – tra la suggestione di immagini proiettate alle pareti e gli echi sonori delle pagine di Omero, alla scoperta dei capolavori che dall’VIII secolo a.C. ai giorni nostri hanno scandagliato il mito dell’eroe della ‘metis’ e ne hanno raccontato la storia. Le storie.

Come quella che immaginiamo incrostata alla chiglia poderosa della nave greca arcaica di Gela, tra le più antiche del mondo, di cui è presente l’ossatura portante, databile tra il VI e il V secolo a.C., rinvenuta nel 1988 nel mare di Contrada Bulala, a cinque metri di profondità. Le parti recuperate si allungano per 17 metri e ci parlano attraverso uno dei più emblematici ritrovamenti subacquei del patrimonio archeologico del Mediterraneo Antico: dicono le caratteristiche dell’imbarcazione, ma anche la storia stessa della navigazione e le tecniche di costruzione navale impiegate dalle maestranze greche.


Segreti e legni accarezzati da Ulisse, il cui sguardo ammiriamo nel marmo di Sperlonga, (I sec d.C.), e che è immagine simbolo della grande mostra. Un orizzonte d’arte che di sala in sala incornicia mito e realtà del mondo classico e la sua celebrazione:  dalla Afrodite dalle belle terga, al Concilio degli dei di Rubens, dalla Penelope del Beccafumi alla Circe invidiosa di Waterhouse in arrivo dall’Australia, fino a Le muse inquietanti di De Chirico, all’Ulisse di Arturo Martini e al cavallo statuario di Mimmo
Paladino.

Una straordinaria offerta (grazie alle collaborazioni con i più importanti Musei nazionali e internazionali, tra i quali il Musée d'Orsay di Parigi, la Royal Academy di Londra, il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, il Metropolitan Museum of Art di New York, i Musei Vaticani, le Gallerie degli Uffizi di Firenze e l’Università di Ginevra) che si stende sotto i nostri occhi. I nostri passi. Ci permette di tuffarci nello spazio e nel tempo, fino alle nostre radici, fieri di un folle volo.

(fino al 31 ottobre)

 

 


giovedì 15 ottobre 2020

LA NUOVA VESTE DE 'LA SCAPILIATA' a cura di Rita Guidi

 


Nuovo, importante passo avanti per il progetto messo in atto dal Direttore Simone Verde per modellare una Nuova Pilotta: 'un grande museo di valore e impronta internazionali che, valorizzando il proprio grande passato, tracci il futuro'.

Protagonista di questo ulteriore intervento è una delle opere simbolo del museo parmense, ovvero 'La Scapiliata' di Leonardo da Vinci.

Nella 'Scapiliata' Leonardo 'non realizza semplicemente una icona di bellezza femminile ma molto di più. Con uno sperimentalismo unico nel suo genere, riesce a riassumere la complessità divina della realtà. La Scapiliata di Leonardo è forza, libertà, femminilità, idolo di perfezione estetica capace di riassumere tutte le forme della vita. In questa tavoletta Leonardo dipinge esattamente ciò che lui stesso ha suggerito, a proposito della raffigurazione della chioma della figura femminile, nel Trattato sulla pittura: «Fa tu adunque alle tue teste gli capegli scherzare insieme col finto vento intorno agli giovanili volti, e con diverse revolture graziosamente ornargli»'. È l'autorevole opinione del professor Pietro Marani e del Direttore Simone Verde.

In occasione delle recenti Celebrazioni dei 500 anni dalla morte del suo autore, 'La Scapiliata' ha trovato una cornice consona, coerente con il prezioso dipinto e ad esso coeva. L'acquisto di questo prestigioso manufatto ligneo è stato finanziato dal Garden Club di Parma, con un intervento straordinario che ha contribuito a valorizzare il dipinto anche nelle sue componenti estetiche. L'associazione, che da tempo affianca la Pilotta condividendone i programmi culturali, ha deciso di sostenere la donazione della cornice poiché identifica nell'opera uno dei più importanti capolavori del Complesso della Pilotta capace di qualificare come icona le sue collezioni a livello internazionale.
Con questo nuovo 'vestito', il capolavoro di Leonardo era stato protagonista della mostra 'La fortuna della Scapiliata di Leonardo da Vinci', allestita nel Complesso della Pilotta dal 18 maggio al 12 agosto 2019, iniziativa di grande successo particolarmente apprezzata dal pubblico.
Dal temporaneo della mostra, al definitivo posizionamento della 'Scapiliata' all'interno del percorso museale rimodellato per la Nuova Pilotta.
Ed è quello che parmensi e turisti possono ammirare ora nell'ala ovest (in via di completo restyling). La meravigliosa tavola di Leonardo è stata posizionata su una ampia superfice metallica grigia e su una parete in marmorino anch'esso grigio, che crea un perfetto contrasto cromatico con l'oro e il bruno che connotano il dipinto e la cornice. È stato creato uno spazio dedicato per farne apprezzare l'eccezionalità senza tuttavia interrompere il percorso tematico espositivo e la tavoletta di Leonardo appare collocata all'interno di una vetrina speciale, un climabox appositamente progettato, che ripara il capolavoro di Leonardo non solo dal pericolo di intromissione da parte di malintenzionati ma la preserva anche dalle polveri e da eccessi di luminosità e umidità.

venerdì 9 ottobre 2020

PICCOLO MONDO ANTICO IN BIBLIOTECA di Stefania Zanardi

 



Cosa bolle in pentola presso la Biblioteca comunale di Traversetolo? Tanto e molto di più…

A dare inizio, il primo sabato di ottobre ( il giorno 3) alle numerose iniziative in programma,  è stata un’originale, per nulla scontata,  presentazione di un lavoro realizzato ‘a quattro mani’, grazie soprattutto all’interessamento e il contributo delle associazioni Okko e Scambiamente. Quest’ultima ha scelto come propria filosofia la divulgazione di cultura, gentilezza  e letteratura grazie all’attività principale di Bookcrossing.

Ma andiamo per ordine: Simona Costanzo (scrittrice e guaritrice) e Paola Codeluppi (fotografa) – le due artefici di questo lavoro impegnativo e richiedente tanto tempo e pazienza - una decina di anni fa, cercano tra l’ Emilia Romagna e le terre mantovane,  donne GUARITRICI entrando nelle loro case, nelle loro vite, per raccontarne le storie. Ed ecco, in un ambiente semplice ma di stile, una vecchia ex stalla tra mattoni e colonnotti in stile semplice e lineare, circondata da piccole finestre dalle quali fa capolino un sole ancora settembrini no, riunirsi un gruppo di persone (per lo più donne – chissà perché?) per ascoltare, imparare, approfondire un argomento che

-  si perde lontano nel tempo, riportando alla luce antiche e misteriose realtà. A presentare il libro Elisa Morandi “ Non una vera presentazione, chiarisce, ma giusto una chiacchierata” perché, pure per lei si tratta di una prima volta.

Come nasce questo libro? Come atto d’amore, un dono gratuito (vocabolo alquanto desueto oggigiorno), una testimonianza, l’esperienza di una donna, una guaritrice. In effetti, in questo libro, sono le donne stesse a raccontare, parlare, mostrare (grazie alle foto di Paola) i luoghi e gli oggetti quotidiani delle GUARITRICI, un tempo figure portanti nella società rurale di qualche decennio fa che sembra resistere ancora oggi. Dieci anni di lavoro, incontri con queste figure femminili uniche, particolari molto schive all’inizio ma  quasi prime donne, a lavoro concluso.

“Per riuscire a strappare loro una foto, od immortalare qualche oggetto personale – spiega Paola- è necessario tanto tempo, una fiducia reciproca perché non è solo un’immagine quella impressa sul foglio ma la loro stessa vita. Ascoltando le parole delle due autrici, si respira aria di magia, ma una magia quotidiana : in effetti, chi decide (e ne ha il potere) di essere guaritrice, ha a che fare con la magia, che non sta tanto nella guarigione ma nel suo mondo è nel modo di concepire la vita.

La cura dei gesti, gli atti ripetuti, i rituali legati per lo più ad un mondo contadino che procedeva e procede (oggi un po’ meno ) ai ritmi della natura, un nutrimento di corpo ed anima. È quindi palese che poche persone riescano a curare poiché è necessaria estrema pazienza, tanto tempo a disposizione.

Sarà anche per questo che, quasi nessun uomo appare nel racconto delle due autrici, in quanto il ‘sesso forte’ è da sempre stato impegnato al di fuori delle mura domestiche, nei campi o altrove.

Ma perché Simona ha deciso di iniziare (e terminare ) questo lavoro così coinvolgente ed impegnativo?

Tutto nasce da una donna, appunto una guaritrice, Dosolina – alla quale è dedicato questo libro- che Simona conobbe da piccola grazie ai suoi genitori per i quali questa donna lavorava. Dosolina era una guaritrice, specializzata nel ‘segnare il Fuoco di Sant’Antonio’:si, proprio specializzata perché queste Figure non lavorano lasciando le cose al caso. E si torna indietro nel tempo di tanti decenni (periodo di guerra e post bellico) quando il valore ed il potere di queste donne era veramente grande, donne forti in un periodo difficile.

C’era chi curava le storte, chi liberava dai vermi, chi placava il mal di pancia e pure il Male di Vivere (molto Leopardiano), la nostra – purtroppo  attualissima – Depressione.

Ma come apparivano agli occhi degli altri queste Entità un po’ fuori dalla realtà? (ma solo in apparenza)

Ascoltando i racconti di Simona e Paola, scopriamo quante sembianze potevano assumere durante un incontro le guaritrici che mano a mano hanno incontrato : timide, introverse, ma anche determinate e decisioniste, un po’ infantili e semplici ma pragmatiche all’ennesima potenza. Insomma, donne che non subiva o la vita, tutt’altro, ne erano le artefici.

Durante l’incontro, tante e varie le domande : ‘Ma facevano paura? Come reagivano medici e Chiesa? Come si contattano queste persone?

Si, incutevano o un certo timore, un po’ reverenziale, ma soprattutto infastidivano perché scardinavano le regole di una comunità e  parte della società :Chiesa e sacerdoti percepivano in loro qualcosa di esoterico, misterioso al limite della stregoneria! I medici temevano che le loro guarigioni (misteriose) sminuissero il  valore della medicina scientifica. Eppure queste donne erano e sono religiose, frequentano la chiesa, non vogliono danneggiare nessuno, non vogliono essere pagate (vietata per loro qualsiasi  genere di ricompensa) tutt’al più accettano doni come ringraziamento. Le guaritrici sono solite affermare che il medico (grazie ai farmaci) spostano la malattia verso altre parti del corpo… loro le eliminano.

Al termine, la domanda di rito : perché Simona ha deciso di essere pure lei guaritrice?

‘Non l’ho affatto deciso – afferma è stata Dosolina (per lei quasi una tata) che me lo ha trasmesso. Ora lei non è più tra noi ed io ho raccolto la sua eredità con un pizzico di paura ma, quando le amiche mi hanno spiegato che se non lo avessi fatto mi sarei ammalata…. ho accettato.

E, ad oggi, ogni suo gesto, rito e segno ha avuto successo. Un dono ed un ‘potere’ non per tutte.

 

 

 

sabato 19 settembre 2020

IL VERDE D'AUTUNNO TRIONFA IN CITTADELLA - a cura di Rita Guidi

 



E' un piacere piu' dolce, una promessa di riposo che rinnova la vita, il verde e il foliage d'autunno. Un trionfo dorato che offre il suo richiamo timido e sofisticato a chi si abbandona a natura e giardini. 

Ecco allora l'invito prezioso di questo 'Nel segno del giglio d'autunno'. Una tre giorni (dal 18 al 20 settembre nel parco Cittadella di Parma) da non perdere e che fiorisce di nuovo da radici lontane.

Si era nel 1993, infatti, quando questa manifestazione prese vita. Da non molto si erano conclusi i restauri sull’antica Reggia di Colorno e il Parco stava gradualmente tornano all’antica, perduta magnificenza.

Lo sforzo immenso fatto dalla Provincia di Parma per ridare dignità all’intero complesso storico dell’antica Reggia aveva restituito un luogo di bellezza straordinaria, scenario ideale per grandi manifestazioni. Di qui l’idea di riportare nel ritrovato Parco persone che, per passione e competenza, sapessero godere del grande recupero. Nasceva così la Mostramercato del giardinaggio di qualità.
Il nome della nuova creatura non poteva che richiamare la nobiltà del luogo ed ecco “Nel segno del Giglio”, dove il giglio è l’emblema floreale dei Farnese, Signori di Parma e di questo magnifico buen retiro.
Da allora, anno dopo anno, la mostra è cresciuta sino a conquistarsi la qualificazione di “Nazionale” e soprattutto a imporsi tra i punti di riferimento più amati dai pollici verdi italiani e non solo. In questo ventennale percorso la mostra ha assunto un ruolo sempre più di rilievo, tanto da collegarsi, unica in Italia, con la più titolata esposizione del Continente, quella di Courson, in Francia. Pur ospitando espositori e visitatori da tutto il territorio nazionale ma anche da altri Paesi europei, “Nel segno del Giglio” si è fatta un punto d’onore: quello di valorizzare le non poche eccellenze verdi del proprio territorio. Di qui l’attenzione che viene riservata alle iniziative di chi nel parmense opera per il recupero di varietà scomparse o per la salvaguarda dei magnifici parchi di una provincia che spazia dall’alto Appennino alla placida piana del Po.
Con la mostra, il Parco e la Reggia “Nel segno del Giglio” invita i suoi visitatori a scoprire le altre infinite meraviglie di questa terra: parchi naturalistici, parchi storici, giardini innanzitutto; ma anche i castelli, le ville, gli insediamenti religiosi che, insieme alla gastronomia, fanno del parmense la meta ideale per un turismo di qualità. Di qui le proposte che, edizione dopo edizione, vengono suggerite dagli organizzatori. Tutte originali, molto curate, d’eccezione. Come si conviene ad una mostra di così alto lignaggio.
Il successo della manifestazione che, rigorosamente, si svolge a primavera avanzata, ha spinto gli organizzatori a ideare un secondo appuntamento, questa volta autunnale. L’autunno, si sa, è la stagione durante la quale i pollici verdi mettono a dimora nuove piante e vanno alla ricerca di idee per rinnovare il volto dei loro giardini. Ecco quindi “Nel segno del Giglio Autunno”, appuntamento che già alle prime edizioni si è imposta tra i più attesi e frequentati della stagione.
E dopo aver dato sfogo alla passione per il verde, nulla di meglio che dare spazio al gusto in uno dei molti ristoranti della zona, tutti rigorosamente adepti del culto per la genuina, sapida cucina parmigiana.

giovedì 10 settembre 2020

INCLUSA EST FLAMMA - SI ACCENDE L'OMAGGIO A DANTE a cura di Rita Guidi

 

Inclusa est flamma”: Ravenna celebra i 700 anni dalla morte di Dante –  Corriere Nazionale

Apre venerdì 11 settembre alle 17 in Biblioteca Classense la mostra Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante. Si tratta della prima di tre mostre che compongono Il progetto espositivo Dante. Gli occhi e la mente, ideato dal Comune di Ravenna - Assessorato alla cultura, dal MAR - Museo d’Arte della città di Ravenna e dalla Biblioteca Classense in occasione del 700° anniversario della morte di Dante Alighieri. Le mostre si svolgeranno da settembre 2020 fino a luglio 2021 presso il MAR, la chiesa di San Romualdo e la Classense.


Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante, a cura di Benedetto Gugliotta, responsabile dell’Ufficio Tutela e Valorizzazione della Biblioteca Classense, è un percorso di documentazione storica che ha il suo nucleo centrale nelle celebrazioni nazionali per il VI centenario dantesco del 1921, inaugurate l'anno prima proprio in Classense alla presenza del Ministro della Pubblica Istruzione Benedetto Croce.
Saranno esposti libri, manifesti, fotografie, dipinti, manoscritti e numerosi oggetti d'arte conferiti come omaggio a Dante e alla città "ultimo rifugio" del poeta. Ciascuno degli oggetti, testimonianze della storia 'ufficiale' offrirà spunti per raccontare anche storie particolari, spesso sconosciute al grande pubblico e a volte sorprendenti.
Il Secentenario del 1921 fu preceduto da altri momenti celebrativi di valenza nazionale, come per esempio le 'Feste dantesche' del settembre 1908, organizzate dalla Società Dantesca Italiana, che riunirono a Ravenna rappresentanti di città e territori allora sotto la sovranità dell'Impero asburgico. In quell'anno si ritrovarono in un fraterno abbraccio Ravenna, Firenze, Trieste, Trento e le città della Venezia Giulia, dell'Istria e della Dalmazia che dopo la Grande Guerra completarono l'Unità d'Italia fino al Golfo del Quarnero. Nacque in quell'occasione la Cerimonia dell'olio, in cui annualmente Firenze offre l'olio destinato ad ardere nella lampada all'interno della tomba, simbolico atto di espiazione per l'esilio inflitto al poeta.
E fu proprio nel settembre 1908 che venne presentata al pubblico la Collezione Dantesca Olschki, uno dei fondi bibliografici a soggetto dantesco più importanti al mondo. Acquisita nel 1905 dal libraio antiquario ed editore Leo Samuel Olschki, è ricca di oltre 4.000 volumi alcuni dei quali molto rari. Grazie alla collaborazione con la Casa editrice Olschki e con il Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali di Ravenna, sarà possibile vedere riuniti due esemplari di un'edizione pregiatissima e a tiratura limitata (solo 306 esemplari) della Commedia, insieme al manoscritto autografo del proemio, scritto da Gabriele D'Annunzio. Si tratta dell'edizione celebrativa per i 50 anni dell'Unità d'Italia (1911). La copia prestata da Olschki (l'altra è della biblioteca) è stampata su pergamena poi miniata e ha una legatura con borchie d'argento: un monumento dell'arte tipografica, stampata in soli 6 esemplari.
È stata inoltre stabilita una collaborazione con l'Archivio Chini di Lido di Camaiore (LU), custode della memoria di Galileo Chini (1873-1956), forse il maggior interprete italiano dello stile Liberty. È lui l'autore del manifesto ufficiale del Secentenario, di grande formato (cm 200x150) recentemente restaurato ed esposto a Ravenna per la prima volta dopo il 1921. Oltre a quanto già citato, tra i pezzi più importanti in mostra saranno visibili il modello in bronzo del monumento di Dante a Trento, realizzato da Cesare Zocchi nel 1896; Dante nella pineta e I funerali di Dante, opere del triestino Carlo Wostry (1865-1943) e i celebri sacchi donati da Gabriele D'Annunzio e decorati da Adolfo De Carolis col motto 'Inclusa est flamma' ('la fiamma è all'interno') che dà il titolo alla mostra. I sacchi in tela di juta, contenenti foglie di alloro in omaggio a Dante, furono trasportati in aereo a Ravenna da tre aviatori che avevano partecipato a famose imprese militari di D'Annunzio, come il volo su Vienna del 1918 o l'Impresa di Fiume. Il Vate stabilì un parallelo tra la fiamma che ardeva sulla tomba di Dante e la fiamma perenne che veniva custodita presso il santuario di Apollo a Delfi, considerato dagli antichi Greci il cuore vivo della loro civiltà. Una simbologia iniziatica che intendeva rappresentare Dante visto come profeta della Nazione oltre che padre della lingua italiana.
A scandire il percorso saranno diversi Albi di firme della Tomba di Dante e della Classense, che raccolgono autografi di visitatori e visitatrici illustri ma anche di comuni cittadini e cittadine che, tra XIX e XX secolo, intendevano testimoniare i loro sentimenti durante la visita al sepolcro di Dante. Curiosi, su tutti, gli autografi di papa Pio IX, che trascrisse dei versi danteschi ma non lasciò firma, e di quell'anonima fiorentina che, scossa dai sensi di colpa, chiese perdono al poeta quasi fosse stata lei stessa, cinque o sei secoli prima, a decretarne l'esilio dalla sua città natale.
Un calendario di eventi e iniziative collaterali, curati insieme alla Fondazione Alfredo Oriani di Ravenna e all'Istituto Storico per la Resistenza e l'Età contemporanea della Provincia di Ravenna, approfondirà di volta in volta alcuni aspetti del percorso espositivo.

Inclusa est flamma. Ravenna 1921: il Secentenario della morte di Dante
Ravenna, Biblioteca Classense, Corridoio Grande
Dal 12 settembre 2020 al 10 gennaio 2021
Ingresso libero; orari e altre informazioni su www.classense.ra.it

mercoledì 9 settembre 2020

UNA ROSA PER IL VATE - APPUNTAMENTO A VERDE GRAZZANO 2020 a cura di Rita Guidi

 

Ci sarà anche Gabriele d'Annunzio a Verde Grazzano 2020 (Parco del Castello di Grazzano Visconti dal 25 al 27 settembre). Comparirà sotto forma di rosa, anzi di rosaio a cespuglio, a fiore grande. A presentare la nuova rosa è Rosai Barni, la celebre azienda pistoiese leader del settore. 'Gabriele d'Annunzio' è nata grazie alla collaborazione tra Rosai Barni e il Vittoriale degli Italiani. 'Gabriele d'Annunzio' è rosa dalla forma doppia e voluttuosa, di colore rosso scuro vellutato. I fiori grandi e uniflori sono portati con continuità fino all'autunno inoltrato. Resistente alle malattie grazie al bel fogliame verde scuro. Portamento eretto, altezza circa un metro'. Colore e portamento sarebbero di certo piaciuti al Vate e anche al Duca Giuseppe Visconti di Modrone ideatore, tra la fine dell'800 e i primi del '900, del magnifico parco in cui si tiene la manifestazione. D'Annunzio e il Duca erano infatti buoni conoscenti e proprio a D'Annunzio si deve il nome Giacinto innamorato per un profumo prodotto dal Duca, allora a capo dell'azienda chimico-farmaceutica Carlo Erba.

Naturalmente, accanto alle rose, a Verde Grazzano i più importanti vivai italiani porteranno il meglio dei loro settori di specializzazione. Verde Grazzano conserva infatti, il suo elemento distintivo: ad essere ammessi alla rassegna sono esclusivamente i produttori e non coloro che commerciano piante prodotte da altri o importate. Inoltre è ammesso un solo rappresentante per ciascun settore. Il meglio del meglio, quindi, nell'attenta selezione degli organizzatori.
Per i frutti antichi, settore che affascina i pollici verdi, il compito di rappresentare questo meglio del meglio, è quest'anno affidato a Maioli Piante che ha nel suo carnet ben 426 varietà di mele, 228 di pere e più di cento varietà di prugne, pesce, ciliegi, mentre le albicocche si fermano 'solo' a quota 99 varietà.
Il vasto e affascinante settore delle piante carnivore sarà presente a Verde Grazzano grazie alla collezione e passione di Vincenzo Castellaneta che segue le sue creature partendo dalla semina fino ad arrivare all'esemplare adulto. Con ovvia attenzione ai loro diversi metodi di nutrimento.
Un fiore che è tornato di moda, dopo essere stato amato dalle nostre nonne, è la dalia (più esattamente dahlia), l'immensa famiglia di Asteracee il cui nome omaggia Anders Dahl, allievo di Lenneo. I tuberi proposti da Fenix Floricultura faranno felici gli appassionati.
Saranno in molti a rimanere stupiti dalle capacità delle Tillandsia di vivere anche senza terreno, semplicemente catturando l'umidità dell'aria. A proporle a Verde Grazzano sarà Claudio Camarda, con la sua azienda Figlie del vento.
'Non siamo erboristi ma coltivatori e la natura ci è maestra se sappiamo osservare. Il pollice verde non esiste. Esiste una persona che sa osservare le piante e relazionarsi con esse'. Questa la filosofia con cui Claudio Purgato e la moglie Daniela, affrontano le loro coltivazioni di piante aromatiche. Settore che rappresentano a Verde Grazzano. Mentre Michael Schick dalla Germania porterà un’enciclopedica collezione di semi di pomodoro e altrettanti pomodori.
Stefano Magi, con la sua Le Rose di Firenze punta soprattutto sulla varietà di clematis e di rose antiche. Tra esse l'ampia collezione vintage, con varietà sia a cespuglio che rampicanti.
Liviana Nifantani de Il giardino delle passioni farà la gioia di chi cerca arbusti per il proprio giardino. Si va dalle varietà e specie autoctone a viburni rarissimi, altrove introvabili. Ma anche cercis, weigeliae, spiree, callicarpe ...
300 ettari di coltivazione e una collezione di oltre 2600 specie di piante: sono i numeri della Margheriti che da Chiusi porta a Verde Grazzano una straordinaria collezione di piante da giardino.
Da alberi di grandi dimensioni ai più ridotti, ma non meno affascinanti: i cactus. Planet Cactus di Maurizio Gambini stupisce per la varietà delle sue proposte.
Chi ama le ortensie e ne crea collezioni non può non avere in Vivai Tara un fondamentale punto di riferimento. Le Hydrangee che saranno proposte in questa edizione conquistano anche i palati più fini.
I frutti del Mediterraneo e del sole, ovvero gli agrumi, giungono a Verde Grazzano grazie alle proposte di Vivai Tintori che in Toscana, nella tradizione di una delle passioni medicee, hanno creato un vivaio specializzato in limoni, aranci, cedri e bergamotti... una collezione che conta oggi più di 400 cultivar.
Poi le acquatiche, ovvero quei micro e macro mondi fatti d'acqua e di erbe e fiori, bio-sostenibili, naturali, che affascino sempre più persone. Davide la Salvia, con la sua Waternursery, coltiva e propone più di 1500 varietà di alberi palustri, colocasie, alocasie-aracee, fior di loto, iris, ninfee, felci, piante galleggiate e ossigenanti, tutto un mondo d’acqua e di verde.
Rifnik presente a Verde Grazzano con una amplissima e preziosa collezione di piccole conifere e arbusti perenni viola eizanensis, chloranthus, hedychium, Zingber e soprattutto con i suoi consigli da maestro riconosciuto del settore.

Ultimo, ma non certo per qualità e notorietà, Pier Luigi Priola è da oltre 50 anni il vero punto di riferimento per erbacee perenni e la più ricca collezione di graminacee ornamentali d'Europa oltre ad essere progettista e realizzatore di giardini. Da quell'angolo di Paradiso che è il suo vivaio, Priola porta a Grazzano collezioni di graminacee, salvia da fiore, Settembrine, Anemoni del Giappone, Achillee e tantissime altre cose.

Tutto questo, ma anche molto di più, attende i pollici verdi d'Europa nel magnifico Parco del Castello di Grazzano Visconti, dal venerdì 25 alla domenica 27 settembre. Il percorso dilatato, nel verde secolare, consente una visita in massima sicurezza. Ammirando stand che sono dei veri e propri esempi di giardini, magari da cui trarre spunti o anche da copiare. Senza perdere d’occhio il Barone Rampante che non è un vivaista ma è un arboricoltore. Si occupa di tree climbing e diagnostiche per il riconoscimento del deperimento dei tessuti legnosi. E vederlo volteggiare tra le chiome è uno spettacolo da non perdere.

giovedì 3 settembre 2020

INVITO ALLA XX^ EDIZIONE DI ARTE IN ARTI E MESTIERI a cura di Rita Guidi

Domenica 6 settembre 2020 alle ore 10.00Scuola di Arti e Mestieri - Suzzara - Home | Facebook

presso i locali della Fondazione Scuola Arti e Mestieri “F. Bertazzoni” di Suzzara (MN), avrà luogo l’inaugurazione del Premio Arte in Arti e Mestieri, consueto evento del settembre suzzarese, momento culminante della fine dell’estate. La rassegna, iniziata all’alba del millennio, è ormai giunta alla sua XX edizione. Per essa sono passati alcuni dei più noti artisti italiani: i più giovani per un fortunato avvio di carriera, quelli già affermati per una importante consacrazione.


L’esposizione – a cura di Mauro Carrera – che rende conto di vent’anni di storia della celebre rassegna nazionale, presenta le opere dei vincitori delle diverse edizioni e di alcuni artisti direttamente invitati dal curatore per l’occasione. Saranno esposti i lavori di alcuni artisti riconosciuti del panorama nazionale quali: Fausto BerettiMariella BettineschiAngelo Bianchi (Premio alla Carriera 2020), Sergio BorriniAnna BoschiPaolo ColliniGianantonio CristalliRenzo Dall’AstaMauro DavoliFernanda FediGiovanni FontanaGino GiniRuggero MaggiClaudio MagrassiTeresa MarescaVasco MontecchiNadia NavaMaurizio OstiAndrea Pellicani Valdi Spagnulo.

Saranno visibili inoltre opere di alcuni tra i più rappresentativi giovani artisti italiani, che proprio in questa manifestazione hanno mosso i primi passi, quali: Martina BacchiElisa CornacchiaRossano CortellazziGloria DardariPietro Dente, Chiara Fantaccione, Jessica FerroRiccardo GalimbertiMaria Priya GrimaldiCamilla GurgoneLisa MartignoniMatteo NanniniElisa PelizzariLuca PrandiniAntonella RomanoFabio RotaAlessandra SarritzuMichele SassiAmbra ScaliLaura ScopaFrancesco TrombaRicardo Aleodor Venturi e il bravo e compianto Massimiliano Galliani – già vincitore dell’edizione 2015 – scomparso prematuramente il 20 agosto scorso, cui sarà tributato un omaggio in mostra.

Non mancheranno artisti ben noti sul territorio, cui hanno contribuito a dare lustro, quali: Azeglio BertoniMassimo CanutiClaudio CattiniDaniele LugliLuigi Marmiroli e  Antea Pirondini.

La mostra – visitabile fino al 10 ottobre 2020 a Suzzara in via Bertazzoni 1 – presenterà al pubblico anche le opere di tutti i vincitori delle passate edizioni e, come di consueto, alcune opere della prestigiosa Collezione “Dino Villani” che custodisce all’interno dei suoi spazi, rinnovati di recente.

Per l’occasione è in uscita l’importante volume “ Vent’anni di una storia artistica italiana. Arte in Arti e Mestieri 2001-2020” a cura di Mauro Carrera, che riassume, con rigore storico e una ricca iconografia, le vicende della manifestazione dalla sua origine alla sua piena maturità.

L’evento sarà trasmesso in streaming sul canale YouTube Arte in Arti e Mestieri – Suzzara e sulle pagine Facebook e Instagram della Fondazione.

Le persone che desiderano partecipare possono contattare la segreteria della scuola al numero 0376.531796 L’esposizione avrà luogo nel pieno rispetto delle vigenti normative sanitarie, pertanto, per accedere, sarà necessario essere muniti di mascherina.

Si ringraziano gli enti e gli sponsor che hanno reso possibile l’esposizione e la
realizzazione del catalogo. Un “grazie” particolare ai curatori delle varie edizioni - Mauro CarreraClaudio Cerritelli e Renzo Margonari.
Ringraziamo Azeglio Bertoni, Paolo Collini, Gianantonio Cristalli, Marzio Dall’Acqua, Renzo Dall’Asta, Mauro Davoli e, soprattutto, il Direttore della Scuola, Alberto Ferrari e gli altri membri delle Commissioni Selezionatrici che si sono avvicendati in questi anni, nonché tutti i membri - ma sarebbero davvero tantissimi - delle Commissioni Giudicatrici.
Un doveroso ringraziamento alle Accademie e Università italiane, agli Istituti d’Arte e ai Licei Artistici i cui allievi hanno partecipato negli anni alla sezione della nostra Rassegna a loro dedicata. Un grazie anche alla Galleria del Premio Suzzara, a Piazzalunga-Cultura, agli Amici del Premio Suzzara, all’Associazione “Cesare Zavattini” e a NebbiaGialla Suzzara Noir Festival per la collaborazione.

mercoledì 5 agosto 2020

QUANDO IL TIGULLIO ERA UN TRITONE di Stefania Zanardi


Questa storia ha radici lontane, anzi antiche che intrecciano
Sirene, leggende e fatti storici: quando a Casarza c'era il mare e ... leggenda a realtà e dovrebbe iniziare con quel “c’era una volta… “, un incipit che suona alquanto stucchevole ai giorni nostri. Ma così è :qui entrano in gioco Tritoni, Sirene, rive del Mare, Onde piacevoli ma pure minacciose, Luna , Madre Natura e Dei. Ecco ciò  che accadde nel Tigullio, un istmo di terra che unisce l’isola alla terra ferma. Tutto per colpa di (o grazie a) Tigullio, il più bello dei Tritoni che, affascinato dalla splendida Segesta – la più bella delle Sirene- tentò di rapirla allungando il suo braccio possente, ma per questo  fu punito da Nettuno (Dio del mare) che pietrifico’ questo braccio proteso a ghermire la sirena. È così che nasce il meraviglioso istmo a congiungere l’isola al continente. Siamo a Sestri Levante, località marittima della Liguria dove la Baia del Silenzio (si proprio quella legata alla leggenda del Tigullio) e la Baia delle Favole mostrano orgogliose due facce della città. Ed è proprio in questa località che, da ormai 53 anni, si svolge “Il premio letterario della Fiaba”, nato per riunire gli amanti della scrittura (in particolare poesia e favole) invitando tutti gli abitanti dello Stivale a scrivere ed inviare racconti fiabeschi che vengono poi letti, scelti e premiati da una pregiata giuria.
L’evento si svolge, come da tradizione, nel mese di giugno :per questo fatidico 2020, la manifestazione avrebbe dovuto svolgersi dal 4 al 7 giugno ma, per forza di cose,ha dovuto essere rimandata.
Les 10 plus beaux contes de Hans Christian ANDERSEN eBook di Hans ...Una manifestazione letteraria per mantenere vivo ed onorare il ricordo di Hans Christian Andersen e che ha radici lontane risalenti al 1967 : per l’occasione, la Baia delle Favole, le piazzette, il carugio si riempiono di vita, festa, canti e danze che risuonano ovunque dove musica, esibizioni e poesia la fanno da padrone.
Ma è necessario un passo indietro nel tempo e ritornare allo scrittore-poeta Danese che soggiornò a Sestri una sola notte, ma tanto bastò per restare affascinato dalla bellezza del luogo al punto di battezzarla Baia delle Favole. E pensare che Andersen approdò a Sestri quasi per caso nel lontano 1883, giusto per un contrattempo di navigazione: un caso, una coincidenza oppure un  evento scritto già nelle stelle?
Il dubbio rimane, soprattutto nei suoi scritti, rimasti come testimonianza nel tempo. – “Che fiabesca serata – racconterà un giorno Andersen—” dormii in una locanda vicinissima al mare da cui potei vedere nuvole di fuoco, su monti dove si alternavano i colori primi… “. Nelle sue pittoresche descrizioni, Andersen paragona gli alberi a “gigantesche canestre di frutta, come di grappoli ricchissimi, portati dalle viti”.
Questa testimonianza letteraria – e molto di cuore- è riportata come epigrafe sul catalogo Baia delle Favole 2011, Premio A. C. Andersen: al suo interno sono raccolte 10 fiabe, racconti che si sono spartiti premi e segnalazioni usciti dalle penne di bambini, ragazzi ed adulti, senza discriminazioni alcune.
Sestri Levante: le baie blu da incanto | SiViaggiaQuesti dieci racconti – scelti tra più di 1100 testi – sono stati elaborati durante la 44° edizione del rinomato Premio :spesso TV e giornali hanno parlato e scritto di questa originale iniziativa ma, forse non tutti sanno chi diede il là, chi ebbe questa idea. Percorrendo a ritroso il mondo televisivo, ritroviamo un grande giornalista (e non solo) che negli anni 70 decide di intitolare l’approdo casuale di Andersen sulle rive Sestresi, al genere letterario dello scrittore Danese, la Fiaba. Fu Enzo Tortora, personaggio dello spettacolo, oggi non più tra noi, le cui vicissitudini sono note a chiunque abbia superato gli… anta.
E chiudendo il cerchio, una notizia in più che testimonia l’importanza della Fiaba, l’esistenza di un Centro del Museo della Fiaba che trova ubicazione in un prestigioso Palazzo del Borgo Marinaro.
Concludendo, vacanzieri abituali ed occasionali non scordate… tra i carrugi Sestresi non si respira solo profumo di focaccia ed olio solare ma anche tanta poesia.