Entri nel suo Atélier e
respiri aria di Stoffe, lane, tessuti di vario genere e, girando la testa intravedi forbici,
fettucce di metri, spilli, abiti, macchine da cucire, manichini rivestiti da
produzioni sartoriali in divenire ...ma ,soprattutto, si respira aria di
strenue lavoro, impegno e Passione.
Un curriculum niente male
quello di Rita Filipponi, sarta (ma il termine non rende bene l’idea) dall’età di 14 anni, quando inizia a muovere
i primi passi in questo “mondo”: primo lavoro, primo impiego presso la sartoria
delle sorelle Cenci (tra gli anni ‘60 e ‘70) dove impara il mestiere,
crescendo, impegnandosi per 5 anni. Poi,
la decisione di Specializzarsi in “camiceria” nel settore prototipi e lì, Rita fa la “cosiddetta
gavetta”focalizzando il suo lavoro sulla creazione di camicie, una scelta
voluta fortemente, mirata, allo scopo di perfezionarsi.
Ma questi sono solo gli
“inizi”; infatti giunta all’età di 20 anni (una bambina per i nostri tempi),
con idee chiare in testa, esperienza, lavoro costante , Rita si lancia
all’avventura e, il suo percorso “sartoriale” cambia direzione . Meta, Milano. E,
da questo momento in poi gli incontri e le collaborazioni con i Grandi della
moda ; Fendi, Burani, Gai Mattioli, Borbonese, linee moda quali Calvin Klein,
Thierry Mugler, mila Schon, La Perla… Ma
andiamo per ordine.
Milano, Rita, giovane, piena
di entusiasmo e coraggio decide di proporsi alle sorelle Fendi, nel periodo in
cui loro si occupavano esclusivamente di
“pellicceria”e di capi “in seta lavati”: è proprio grazie a questa
questa collaborazione e a quella con Marni – nell’arcata degli anni ‘80- che
Rita Filipponi compie un altro passo avanti,
“ Si- asserisce Rita- decido
di aprire un mio laboratorio personale dove mi occupo di campionari e piccole
produzioni, inaugurando questo spazio con il Marchio MA.RI.DA”- Che sta per ….
(chiedo io) -” Semplice- mi spiega- le iniziali dei nomi di mio marito e mio
figlio e mie : Maurizio, Rita, Davide.”
Un periodo d’oro, colmo di
soddisfazioni ma pure di duro ed intenso lavoro, giornate e serate spese su
stoffe, forbici, tagli e cuci… solo il grande impegno dà buoni frutti.
“ Eh già- sottolinea Rita- il
mondo della moda, bellissimo ma molto impegnativo. Fortunatamente, ad un certo
punto, mio figlio Davide decide di prendere parte alla mia avventura. Un aiuto
di cui non potrei più fare a meno. “
Davide conferma lo stesso
pensiero della madre, lui che – sebbene lavori come geometra (tutto un altra
realtà )- entra a pié pari in questo mondo ,occupandosi dei campionari,
coordinandoli e gestendoli, tenendo i contatti utili.
Ma torniamo agli step della
sua carriera sartoriale.
“ Purtroppo- racconta Rita
recuperando fatti del passato- non tutto è “rose e fiori”. Ricordo il forte impegno dedicato ad una grande azienda di
Roma, giorni ed ore spese su tavolo di lavoro, e non avere avuto nessun
riscontro economico, mi amareggiò tantissimo. Ricordo, in quegli anni, pochi
erano i laboratori di camiceria, ma tutti hanno subito questa grande
ingiustizia.”
Dopo questa amara esperienza,
fortunatamente, Rita incontra Anna Ossola, stilista di Cortina, con la quale
instaura una buona relazione lavorativa : siamo negli anni ‘80, Ossola, in
quanto stilista, disegna modelli, Rita si occupa della mano d’opera producendo
“ fattivamente “ i capi finiti.
Ed ecco l’incontro e la
collaborazione con Mariella Burani: siamo negli anni 1990-2010 e Rita si trova
a lavorare fianco a fianco con la stilista in qualità di “premier” . In parole
povere, Rita gestisce la sartoria, collabora costantemente, è autonoma e molto
apprezzata ( in possesso delle chiavi per entrare ed uscire dalla sede Burani
), segno di grande stima e considerazione.
Ma come è stato lavorare con
Mariella Burani? - le chiedo
“ Sebbene lei avesse un
carattere alquanto spigoloso, fosse molto esigente, l’esperienza è stata di
grande soddisfazione- asserisce Rita- in tutti i sensi. Inoltre- prosegue-
amavo tantissimo il suo stile, gli abiti disegnati da lei e l’abito prodotto,
finito, soddisfaceva in pieno le esigenze di Mariella.
La nostra relazione è stata
sempre positiva e mi era di grande gioia realizzare fattivamente gli schizzi
che ricevevo da lei.”
Tanta acqua è passata sotto i
ponti, tanti anni che hanno visto mutamenti, a volte capovolgimenti, nel
settore moda. Mi sorge spontanea una curiosità.
“ Cosa è rimasto oggi del
mondo di ieri, cosa è mutato fortemente?”
“Senza dubbio il sentimento
di “indifferenza” che alberga in molti- mi spiega dispiaciuta- l’estrema
difficoltà nel costruire una relazione che vada oltre l’esecuzione del “capo”
richiesto. Tutto è pragmatico- sottolinea Rita- legato sl business, il rapporto
umano è scarsissimo.”
Segno di questi tempi, ci
confessiamo reciprocamente…
Osservando l’Atélier- sito in
Borgo del Correggio- l’occhio si ferma sulle tante foto esposte alle pareti,
ritraenti modelle, attrici, uno squarcio del modo dei VIP e mi domando come sia
lavorare con persone che gravitano palcoscenici, red carpets per sfilate con
estrema “nonchalance “.
“Ah- sorride Rita- con le
modelle è tutta un’altra cosa: le ho sempre trovate molto professionali, ben
disposte al dialogo,addirittura alla ricerca di approfondimenti umani”
E poi le sfilate… chissà cosa
si nasconde nel backstage…
“ E’ un mondo a sé – spiegano
Rita e Davide- dove vedi i tuoi prodotti esposti, sotto gli occhi del pubblico
, indossati, vivi ed è una cosa commovente “ e mentre lo raccontano gli si
illuminano gli occhi.. ad entrambi.
“Ogni sfilata è unica, sembra
sempre la prima volta. Mentre la modella sfila, osservi la tua creazione, se
cade bene, se è armonica ”- chiariscono.
Anche per questo motivo- mi
aggiornano Rita e Davide- prima di una sfilata, oltre allo stilista, compare la
figura dello Stylist che cambia di volta in volta, che vede il prodotto finito
con occhi diversi, non coinvolto emotivamente.
“ E’ importantissimo –
evidenzia Davide- lo stilista spesso è troppo coinvolto perché vive l’abito
passo a passo e può essere poco
obiettivo, mentre le stylist guarda , osserva, controlla con un occhio esterno
e distaccato”
Qualche aneddoto?
“ Ricordi
piacevoli-certo- racconta Rita; quella
volta che Nina Morich venne a sfilare portando con sé il figlio piccolissimo,
una grande tenerezza e pure Paola Barale
testimonial di una sfilata, molto carina e in sintonia con me.
Maria Grazia Cucinotta
gentile e simpatica, Alba Parietti, Marta Marzotto ed i suoi modi affettuosi e
carini. E non dimentico la bellezza di Megan Gale …
Le più grandi soddisfazioni
emotive, più intime?
“ Senza dubbio la possibilità
di lavorare con mio figlio Davide- afferma Rita- è stata un’ottima idea, una
scelta che rifaremmo. E poi, nei miei cassetti della memoria, un po’ più
individuale e forse civettuola, la settimana vissuta presso lo show room di
Gian Battista Valli, giorni di grande soddisfazione e gioia “.
Impegno che ha dato i suoi
frutti !