lunedì 10 gennaio 2022

FMR O DELLA GRANDEZZA DI UN NOME di Stefania Zanardi

 


Il palazzo è uno di quelli antichi, preziosi, nobili, uno tra i tanti che a Parma furono costruiti durante gli anni, anzi i secoli.

Siamo a Palazzo Pigorini, in pieno centro città e ci accingiamo a visitare (preferisco immergerci) la mostra dedicata al Grande F.M.R. … e già le iniziali non possono che essere inconfondibili.

Ad accoglierci, all’entrata, alcuni busti rappresentanti Franco Maria Ricci al quale, la mostra che visiteremo, è dedicata...

Primo Piano; salendo le scale non possiamo evitare di ammirare il delizioso soffitto affrescato, uno squarcio di storia nell’arte della nostra Italia, la bellezza nella sua essenza, respirando il profumo del passato, intrecciato al presente.

Varchiamo lo soglia e subito foto, riproduzioni, immagini che ripercorrono la vita, gli incontri e le esperienze di Ricci, si moltiplicano ai nostri occhi: riviviamo nelle artistiche e variegate stampe, scene dalla Belle époque, affisse ai muri le  elegantissime copertine della rivista omonima che per anni hanno impreziosito la vetrina allestita in una (allora) splendida Via Garibaldi.

 

Ma non solo l’antico, il passato lontano racconta le opere e la creatività di Franco Maria Ricci: Cassa di Risparmio di Parma, Scic cucine, Poste italiane…

eh già, i loghi così futuristici e riconoscibili al primo batter d’occhio, portano sempre la sua firma. Si tratta di simboli, o meglio icone, passati alla storia ( e tutt’ora indelebili nella memoria dei meno giovincelli), un patrimonio di creatività, gusto, abilità a cui pochi possono giungere.

Proseguiamo nel nostro percorso; è proprio al primo piano che, in una saletta accogliente e intima, ci sediamo per rivivere immagini e pezzi di storia del percorso artistico e della vita  di Ricci. In “primis” (sebbene  sia la sua opera terminale che racchiude il senso della sua esistenza ), Il Labirinto da cui si snocciolano eventi, incontri, pensieri e azioni.

Mano a mano, scorrono sullo schermo personaggi del calibro di Jorge Luis Borges, grande amico di Franco Maria Ricci ed ancora, Ulrico Hoepli il rinomato editore svizzero naturalizzato italiano, che ci racconta e si racconta con estrema abilità, competenza e curiosità ma sempre nel rispetto della vita privata di Ricci.

 

Immagini autentiche che spaziano da Buenos Aires, alla Teatro Farnese, la biblioteca Palatina, Fontanellato dove il Labirinto è stato costruito.

Anche questo evidenzia quanto la lontananza sia del tutto irrilevante per Franco Maria Ricci: nativo proprio di Fontanellato- il video lo descrive con estrema cura- paese dagli antichi fasti, dall’animo nobile sebbene “ di campagna”, l’artista non può dimenticare le sue origini ed è infatti qui che decide di  perpetuare nella memoria il suo percorso terreno, facendo erigere per l’appunto Il Labirinto della Masone.

 Fu in particolare una passeggiata tra  questa parte di  terre “fontanellatesi” ( di proprietà della famiglia Ricci) in compagnia del grande Borges, che l’artista  decise di edificare questa opera d’arte (perché in effetti questo è), lasciando a noi un patrimonio unico.

 

L’esposizione prosegue, secondo piano e altre amenità da scoprire :ai nostri occhi ancora immagini, riprodotti su cubi che ci rimandano agli anni ‘60 e ‘70 dove sono immortalati attori, registi, artisti ed artiste, politici. Jaqueline Kennedy, François Truffeau, Sandro Pertini…

Manifesti alle pareti, testimonianze di vita , immagini del Labirinto in un lussureggiante verdeggiare, al punto da farci percepire realmente sul posto,  circondati dai bambù, in un’atmosfera ovattata e misteriosa.

E, a questo punto, lascio a Franco Maria Ricci le giuste parole per meglio comprendere questo patrimonio, che ci ha gentilmente donato come lascito.

 

       Ho sognato di essere un Giardino, un Museo, una Biblioteca,una Casa                  editrice, una Sala delle Feste e dei Balli, la Piazza di un Borgo con la sua           Chiesa. Un grande Dedalo botanico…

        Dal loro insieme è nato il luogo che io chiamo

          IL LABIRINTO”

        Franco Maria Ricci

 

Se potete, non mancate. La mostra resterà aperta fino al 30 gennaio.