mercoledì 3 luglio 2013

L'estate 'sempre' di Santo Domingo di Rita Guidi


Ma non sperate di sfuggire alla nostalgia.  Santo Domingo resterà' sempre l'oasi lontana per i disadattati del grigio.   Ai turisti che da ogni parte del mondo raggiungono a frotte questo mare d'inverno, i dominicani offrono infatti la serenità' costante che accompagna i loro 'ola' o i loro piedi (volentieri) scalzi, come una filosofia di vita.
Come non sorridere guardando la macchia rigogliosa dei boschi di cocco che stendono a perdita d'occhio le loro palme in riva al mare ?  O sapendo del caldo, ma coccolante e ventilato, che non abbandona l'aria nemmeno col buio (gia' alle 18.00 perche' la longitudine e' pienamente tropicale ), e nemmeno con l''inverno'? 

L'inverno : una delle stagioni piu' (dolorosamente...) belle per andarci. Ci trovate anche, da novembre a febbraio, alberi e luci a addobbi natalizi. Tradizione lunga e curiosa ( e cosi' strana ai nostri occhi, quaggiu'), ma subito legata alla voglia di colore e di cristianita' di questo popolo, appunto, in larga parte 'colorato' e cattolico.
L'antica isola di Hispaniola (cosi' la chiamo' Colombo nel fatidico 1492), e' infatti occupata per due terzi (la punta occidentale e' invece Haiti) da questa repubblica  al 60% mulatta, dove si parla spagnolo e si frequentano chiese.   
La 'ricchezza' e' il cocco: quella palma di cui non si getta via nulla, che regala ombra e succo, ma anche legno, foglie, farina...

La 'ricchezza' e' la canna da zucchero: distese rosse nell'entroterra dalle poche strade dissestate, destinate alle braccia di 'schiavi' haitiani...
Ma la vera ricchezza e' il turismo: i resort e i villaggi che decorano in discreto e splendido stile coloniale le spiagge  appena oltre il rigoglio tropicale .  Le piscine azzurre tra i pratini verdi e le esplosioni di bouganvillee; i buffet lussureggianti ( paella, aragoste, ananas e cacao) quanto i giardini; l'esercito di 'camareri' e 'camarere' che sorridendo chiedono, servono, accompagnano.  
  Non e' questo il loro mondo. Eppure lo guardano senza nessuna invidia. Probabilmente abitano case dalle facciate coloratissime, protette da cancellate elaborate e variopinte negli stessi esagerati colori: fucsia, turchese, giallo ( i cortili grigi e polverosi sono dietro ). Probabilmente se hanno fortuna possiedono una moto, su cui 'viaggiare' - chi in coda chi sul serbatoio- con tutta la famiglia. 

Probabilmente la sera cantano e ballano il .merengue e sorseggiano rum, che da queste parti  chiamano non a caso vitamina. O guardano la tivu': spettacolo, sport, perche' c'e' sempre una partita. Ma quel che e' certo e' che sorridono. Davvero. Da farci chiedere quale sia e dove sia la piu' dolorosa e insopportabile poverta'.
Qui ci sono stelle marine di cui non ci si puo' non accorgere, belle quanto la luce di quelle di ogni sera precoce. Il mare regala pesce e conchiglie rosa, grandi quanto ..noci di cocco, ed e' verde o blu o grigio, come le palme e il cielo. Si puo' pescare o dipingere . Ogni spiaggia , ogni villaggio, ogni bazar ha una 'galeria' e difficilmente tornerete a casa senza il vostro quadro, coloratissimo e perfetto su quelle isole delle Antille, 'difficile'  nelle nostre pallide case. 

Tornerete...Ma dopo aver ritrovato mille buone ragioni per farlo, perche' qui il sole e' chiaro come la voglia di restare.

                  


E POI C'E' PEPE...
...'Pepe' , e cioe' Giuseppe Correro, e' un dominicano di Santo Domingo dal fisico nero e atletico sotto la simpatia di due occhi chiari ('Nessuna eccezione - spiega - Dalle nostre parti accade spesso') .
I genitori e le quattro sorelle vivono ancora nella capitale, dove Pepe ha studiato fino alla laurea in Pedagogia. Adesso vive a Higueya, vicino alle coste di Punta Cana, perche' il suo lavoro e' la guida turistica per le grandi compagnie americane o europee.

Insomma accompagna i suoi 'pepini', come dice lui, su isolette incantate o all'alcazar di Colombo nella Capitale, o a Saona, a Los Tres ojos o all'acquario. Pepini inglesi, francesi, tedeschi, italiani, di cui ormai conosce bene la lingua...'L'italiano l'ho imparato da solo, dai turisti, perche' sono i piu' aperti e chiacchieroni di tutti -  sorride Pepe - Ma anche il nostro e' un popolo aperto e sorridente direi per..tradizione, anche se povero.'
Pepe e' fortunato : ha studiato in un Paese dove l'analfabetismo e' estremamente diffuso, anche se in teoria la scuola dovrebbe essere obbligatoria fino a 12 anni. Pepe e' fortunato, anche perche' lavora , mentre oltre il 30 % della popolazione e' disoccupata...
'Si lavora col turismo - riprende Pepe - col commercio, nei campi, o negli uffici delle grandi citta', dove c'e' sempre la luce...'
Eh gia'! L'illuminazione pubblica non si spreca da queste parti, soprattutto nei piccoli villaggi dove viene a mancare di frequente. Soltanto i grandi resort della costa restano come grandi e sicure oasi di luce.
'Ma la tivu' o la radio ormai l'hanno tutti - precisa Pepe - Ci divertiamo con le partite di baseball; ce n'e' una tutti i giorni. Altrimenti si vanno  a vedere i combattimenti di galli. Ma soprattutto si balla , si balla dappertutto. Ci piace fare festa,. Fare festa e bere rum, la vitamina...'
Pepe e' fortunato: dice che gli piacerebbe ogni tanto andare verso nord e lasciarsi alle spalle il mare; o vedere l'Europa: Firenze, Roma...
Ma lo dice ridendo.