giovedì 13 maggio 2021

ROBI BONARDI NELLE PAROLE DI CHI LO HA AMATO - INTERVISTA A CECILIA di Stefania Zanardi

 



 Quanto mi accingo a scrivere è difficilmente definibile, inquadrabile, non scorre su binari già predisposti, è realtà ma pure sogno, passione, gioia ma pure dolore, sofferenza e tanto di più.

Cecilia, amica di lunghissima data, ha accettato (e per questo la ringrazio) di raccontarsi, raccontarmi il tempo “terreno” (che è solo una parte di noi stessi) vissuto fianco a fianco al suo uomo, al suo grande Amore : Robi Bonardi, che  recentemente ha spiccato il volo verso altri “nidi”, dove -certamente- avrà già trovato tante anime belle a cui rivolgere il suo “Ciao nani’”….

Da dove cominciare? Semplicemente da tutto quello che Cecilia ama raccontare, a ruota libera e che la faccia sentire bene; dai primi incontri, alle scelte importanti, gli eventi , le situazione che li hanno uniti o divisi (ma solo  fisicamente). In breve: cosa è stato vivere con Robi .

Conobbi  Robi  durante un Festival del Cinema a Salsomaggiore- tanti anni fa- dove lui era interno alla giuria – inizia a raccontarmi Cecilia -

Io, giovane ragazza universitaria, poco avvezza a quel mondo (seppure incuriosita), lui persona istrionica, mi aveva – diciamo così- “adocchiata” sebbene fossi  sentimentalmente impegnata”.

Insieme ad amici, al fidanzato di allora, Cecilia trascorre allegre serate tra  proiezioni cinematografiche  e cene in compagnia dove anche lui , Robi, è presente. Giusto un assaggio di “conoscenza” perché, subito dopo, entrambi proseguono le loro vite, lei nel contesto parmigiano, lui in  direzione Roma dove l’attendevano impegni lavorativi con la RAI.

Ma, poichè le strade destinate a rincontrarsi sanno benissimo che percorso seguire, parecchio tempo dopo, Cecilia riceve una telefonata proprio da Robi. “  Una sorpresa”- mi confessa - e ancora mi chiedo come abbia fatto a recuperare il mio numero di casa (eh si parliamo di fine anni ‘ 80, ben lontani da cellulari, facebook, instagram ) : mi aveva , per così dire, corteggiata al telefono (cose d’altri tempi)”.

Ma le loro strade ancora si dividono fino a quando, un paio d’anni dopo, si ritrovano (sempre per caso?!) in una via del centro città dove, tra una battuta e un ammiccamento, Roberto riprende quell’educato corteggiamento di qualche tempo addietro. Ma non sembra ancora arrivato il loro momento: dovrà passare ancora un po’ d’acqua sotto i ponti prima che Cecilia si convinca ad iniziare una possibile storia con Robi.

Ricordo con piacere e gioia i primi anni ‘90 in Piazza Garibaldi,- prosegue Cecilia-  la musica, le compagnie, il grande fermento tipico di quegli anni, la spensieratezza e ancora una volta Robi, disc-jokey di turno (e che disc-jokey!) ciarliero, attraente, intrigante, rientrato a Parma dopo un periodo, penso, trascorso a Roma. “- Passo a passo Cecilia scopre “la persona “ Robi Bonardi, molto interessato a lei , mentre lei ancora un po’ timorosa.

Sai- mi confida- mi trovavo davanti ad un uomo di ben undici anni più grande, con  forti esperienze alle spalle che nulla avevano a che fare con me, un uomo vissuto. Senza dubbio- all’inizio- è stato Robi a provare interesse verso di me , mentre io ne sono rimasta affascinata  lentamente e, a pensarci bene,  tutto è sembrato iniziare un po’ per gioco “- mi rivela Cecilia .

Ed ecco il 1991, vede sbocciare la loro grande storia d’amore e di vita ;  30 anni vissuti insieme e dei quali Cecilia mi parla con grande coinvolgimento e passione.

Sono talmente tanti i momenti, gli aneddoti belli vissuti in coppia che non saprei a quali dare più spazio, una cosa devo però sottolinearla: penso che Robi fosse una persona di estrema intelligenza, molto più intelligente di me ! (n.d.r. amica non  sottovalutarti !!), pieno di curiosità, di sapere, con grande apertura mentale “– mi evidenzia Cecilia. - Ha sempre amato i giovani, anche ultimamente – sottolinea- li ha spronati, stimolati ma, contemporaneamente, teneva tantissimo a rispettare certe regole e principi mostrando una sorta di severità e giusta rigidità che talvolta mi sorprendevano in quanto non appartenevano al suo vissuto giovanile”.

E poi arriva Jacopo, secondogenito per Robi (diventato padre precedentemente in giovanissima età) ,primogenito per Cecilia, a coronare ancora più indissolubilmente la loro storia.

“ Il rapporto che si è creato durante il tempo tra loro due era forte, speciale, una confidenza ed un’affettività unica – mi rivela Cecilia- ma alternati ad una giusta severità e disciplina che Roberto ha voluto trasmettere.”

Ma Robi non sa restare fermo e la Rai è ancora a contattarlo per proporgli  programmi su e giù per l’Italia. Grande soddisfazione ma anche grande impegno, soprattutto per Cecilia che, per un certo periodo, deve accudire e crescere il loro bimbo senza la presenza ( fisica) del papà.

In questo contesto, lei va in fiducia; lascia libero Robi di seguire questo mondo artistico, alquanto ipercinetico, ma che è il mondo dell’uomo che ha scelto.

“ E’ stata abbastanza dura- evidenzia Cecilia- Jacopo era piccolo e con le necessità di ogni bimbo che sta crescendo. Ho deciso di non ossessionare Robi con domande, gelosie e turbamenti , anche perché, - mi rivela- nel momento in cui mi avesse mancato di rispetto, non sarei stata più al suo fianco “

Entrambi offrono all’altro e all’altra, se stessi: Cecilia come persona accudente che crea una famiglia vera (quella che Robi non ha mai avuto) colmando quei vuoti, guarendo quelle sofferenze che lo avevano da sempre accompagnato nella vita.

Robi aprendo una finestra su un mondo pieno di stimoli, di persone amiche, mostrandole quotidianamente la sua intelligenza vivace,la sua bontà, la sua immensa creatività.

“Pensa – mi racconta – che ancora riusciva a dirmi “ Ma quanto sei bella...se non avessi avuto te non sarei nulla...non avrei avuto vita… forse mi sarei lasciato vivere...”

Un Robi diverso, quello non noto alla città, che solo lei ha conosciuto , quello che, in casa, era talvolta  un po’ “orso”, burbero, che soffriva… una persona non proprio facile.

Sofferenza, e in questo caso di coppia, che si acuisce con alcuni problemi di salute (di alcuni anni orsono) che causano una forma di depressione e  la lontananza dal mondo lavorativo (musica, incontri, serate, concerti) : ancora una volta Cecilia lo “salva”, lo sprona a reagire e Robi rinasce; si rimette in gioco (cosa non facile nel suo campo ed in una città quale Parma), ma la loro complicità, la loro interazione è troppo forte per venire spezzata.

“ L’aspetto più positivo è sempre stata la fiducia reciproca, il confronto ed il sostenersi vicendevolmente – tiene a sottolineare Cecilia- e poi la sua voglia di vita, di cultura ed interessi (non solo musica ma arte, scrittura.. .), l’essere avanti anni luce nelle idee e nei progetti :

Roberto riusciva a guardarti e, in dieci minuti, a scrivere di te , ma in modo perfetto e questo era un altro dei suoi doni.”

Il nostro non è stato certo un rapporto banale, né di facciata : diciamo che lui si è fatto avvolgere da me ed io da lui” – sospira Cecilia.

Ora che la persona fisica non le è più accanto, Cecilia si nutre di questi momenti, deve imparare a riempire la sua vita, con l’aiuto di Jacopo e tutte le persone che hanno gravitato e ancora gravitano attorno a lei.

Ce la farà. Forse, questa semplice intervista, è già un primo passo.

 

 

 

 

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