domenica 11 aprile 2021

FERMARE LO SGUARDO SULLA BELLEZZA - IL BATTISTERO DI PARMA di Rita Guidi

 



Figure mostruose alle soglie del mondo in attesa del Verbo ; o Re Magi in cammino, come istantanee di pietra sopra il grande portale.

  Si’, possiamo dire che è bello senza essere banali : il Battistero invita ad un piacere estetico che salta agli occhi senza chiedere altro. Ma fin dal momento in cui impone, per questo, una sosta, rivela quell’altra bellezza : quello spessore, intagliato nella durezza dei marmi come nella fragilità degli affreschi, che solo sa renderla eterna. Chiamatela storia. Chiamiamola arte : l’arte dentro il guscio, come l’umanità sotto un volto o la sostanza dietro le parole. Ma è un quesito, questa volta, da indagare oltre il primo sguardo.

Lo hanno fatto ( con quel di nuovo che solo ciò che è eterno consente ) un gruppo di studiosi i cui saggi sono ora raccolti nello splendido volume edito da Einaudi “Benedetto Antelami e il Battistero di Parma” curato da Chiara Frugoni. Ed è la stessa curatrice a chiarirci vicende e motivazioni del libro...

L’idea è nata quasi in parallelo al restauro, dunque molto tempo fa. - ricorda la Frugoni - E dopo quattro, cinque anni di lavoro è davvero solo un caso che il risultato lo si possa raccogliere proprio adesso in coincidenza con l’ottavo centenario del Battistero stesso. L’impegno, anche in termini editoriali (dunque un grazie alla Einaudi) è stato davvero notevole. Basti pensare a qualche numero : le figure sono 495, di cui 215 a colori, oltre all’ultima tavola che, rielaborata al computer consente di vedere l’interno del Battistero tutto insieme. Quanto poi all’impostazione, ci sembrava necessario affrontare il discorso nel modo piu’ interdisciplinare possibile...”

Albert Dietl, Saverio Lomartire, Willibald Sauerlander, Bruno Zanardi, oltre alla stessa Frugoni, che oltre ad esserne la coordinatrice firma l’introduzione ed un prezioso contributo, sono infatti l’equipe prescelta...

Sauerlander potremmo definirlo uno specialista dell’Antelami - spiega la Frugoni - : figura che qui rilegge con occhi nuovi, come una personalità tipicamente italiana.  Lomartire lo è invece in storia dell’architettura : i rilievi e le foto da lui realizzate, dimostrano come il battistero fosse stato progettato ‘a terra’ fin nei minimi particolari ( addirittura le lunette dei portali sono realizzate in un unico blocco di pietra lavorato sia all’interno che all’esterno ), e per questo, nonostante l’improvvisa e misteriosa scomparsa dell’Antelami, portato tranquillamente a termine. Quanto a Dietl - prosegue l’autrice - la sua lettura sottolinea il legame tra liturgia e scelta degli espisodi iconografici, oltre al ‘coinvolgimento’ dei cittadini nell’opera artistica, per il loro essere immortalati come borghesi o anche come semplici lavoratori delle campagne. Quindi Zanardi per il restauro, del quale vorrei sottolineare soprattutto l’importanza del recupero delle scritte dipinte, prima assolutamente invisibili..”

Di nuovo bello, verrebbe da dire, a prescindere da ogni giudizio sul ripristino...Come dimostra lo stesso contributo della Frugoni...

Per quanto mi riguarda parlerei di una nuova identificazione del soggetto di una delle grandi nicchie : e cioè non fuga ma ritorno dall’Egitto. Ed è un’interpretazione che consente di spiegare meglio( e ne è insieme suffragata ) il legame dell’iconografia complessiva con, ad esempio, la lunetta della Presentazione al Tempio.”

Quell’altra bellezza...La Frugoni la indaga da sempre. Docente di Storia Medievale all’Università di Roma, ha alle spalle un lungo elenco di pubblicazioni e studi rivolti proprio alla ricerca sull’immagine oltre che sui testi. Ed è proprio quest’onda e suggestione che l’ha condotta a Parma...

Da tempo mi occupavo dello studio del problema dei mesi, della loro rappresentazione intesa anche come rappresentazione del lavoro. Il Medio Evo - spiega la Frugoni - interpreta spesso il lavoro (e intendo anche quello agricolo) come mezzo per ritrovare la porta del Paradiso; un modo per cancellare la maledizione di Adamo. Un tema che mi affascinava, tanto piu’ se legato alle iconografie dei battisteri: dunque Pisa, ad esempio, e dunque Parma...dove è documento di estremo interesse non solo in questo senso... “

E cioè ?

Il riscatto che qui si esprime non è solo quello di Adamo - precisa disarmante la Frugoni - ma anche quello di Eva...”

...Parliamo  di una particolarmente importante presenza femminile, di opere superbe come la Regina di Saba, o di cos’altro ?

Parliamo del ruolo, anzi dell’importanza del ruolo che nella Parma comunale avevano le donne, e che qui è ben rappresentato. - riprende la Frugoni - Ed è questo davvero un ‘unicum’ nel programma di un battistero. Se la presenza femminile, anche a livello artistico, è una realtà documentata anche se cosi’ poco  rilevata dalla storiografia che conosciamo (che del resto è maschile), questa che definirei una autocoscienza del Comune, che vuole rappresentati e alla ribalta uomini e donne, è fatto davvero abbastanza raro.”

L’anima femminile dell’arte e della storia. Potrebbe essere questo il delicato e sorprendente controcanto alla quarta di copertina del volume, che recita ‘l’architettura, la scultura, i restauri, l’iconografia di uno dei più grandi capolavori dell’Europa romanica’. Capolavoro dei piu’ grandi, dice, non dei piu’ belli. Sempre per quel consueto timore, forse, di insufficienza e di banalità che sembra implicito nella parola. Che invece basta...

La bellezza è proprio una sua peculiarità. - afferma la Frugoni - Nell’architettura e nella scultura come nei colori. E’ il primo dei tanti sguardi possibili. Del resto era proprio un uso medievale quello di cercare di rallentare lo sguardo : scrivevano infatti ‘Ave Maria’ attorno alla testa di ogni,per quanto inconfondibile, Madonna.”

...Ma è solo il primo dei tanti sguardi possibili.

                                                                               

                                                                                                                     Rita Guidi

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