analizzato e sviscerato al pubblico in sala,
sabato 26 ottobre , in un pomeriggio assolato in attesa del ritorno all’ora
solare che avrebbe sostituito l’ora legale la notte stessa.
Andreaina Branchi Chiari ,
scrittrice di fiabe ( per piccoli?) che da
anni offre una chance in più ai numerosi genitori che
pazientemente, seduti ( o spesso distesi ) accanto ai loro bimbi cuccioli si
apprestavano e si apprestano , sera dopo sera, a farli scivolare tra le braccia di Orfeo, ha potuto assaporare
da spettatrice, a presentazione, letture e commenti del frutto del suo lavoro.
Maddalena, figlia e coautrice
del libro, apre l’incontro ripercorrendo Mito e Favola, addentrandosi in
curiosi, impegnativi percorsi della mente e del cuore, sfogliando pagine ideali
in un excursus pieno di pathos e profondità.
Naturalmente, la cornice del
teatro interno al Convitto Maria Luigia – un gioiellino recentemente restaurato
, riportato a nuova vita come dono al pubblico – non può certo deludere. Un
fiore all’occhiello non guasta mai.
Ma torniamo sulle nostre
tracce; Favola come fantasia, creatività, amore, sogno e speranza, termini che
spesso si legano quasi unicamente all’infanzia, al mondo dei piccoli quasi che,
detti o ascoltati dalle labbra di un adulto, diventassero improvvisamente
inadeguati, o peggio ancora ridicoli.
In una società quale la
nostra, dall’apparenza digitale, dove molteplici opportunità, offerte e
proposte si susseguono nella nostra
giornata e vita, la creatività langue, deperisce, fino quasi a scomparire. Eh
si, perché avere tante
attività, oggetti, eventi lì,
serviti su di un piatto d’argento, non aiuta; tutt’altro, è inversamente
proporzionale all’essere creativi e sognatori.
E allora ecco che, per
contrastare tutto ciò, sul palco sale Ursula Mezzadri, attrice che coinvolge il
pubblico con una sublime lettura del racconto “Lettere d’amore” dove le stesse
( intese come alfabeto,) guidate
dall’abile penna delle autrici, danno vita ad un valzer di parole che si
incrociano, si accavallano, si scontrano
creando una fantastica atmosfera, rigorosamente con Happy end.
E in questo quadro di
immaginazione e sogno, sullo schermo che ha trovato posto sul palco, Claudio
Bagatti ( professore di storia dell’arte) ci delucida , con competenza e
passione, su immagini, dipinti, opere d’arte che vedono quale soggetto
principale Putti o Amorini in un tripudio di capolavori dal Caravaggio al
Canova. Il sole, che ormai fa capolino dalle vetrate del teatro, accresce
l’atmosfera emotiva e in parte” rétro “che ha trovato linfa vitale.
Poteva mancare un’ altra Musa
ispiratrice quale la musica,? Certo che no; per concludere un pomeriggio che
pare avvolto nella magia, il compositore Valentino Straser accompagna la
conclusione dell’incontro offrendo al pubblico in sala due sue composizioni;
un’Ave Maria e un Tango. E , signore e signori, il sipario si chiude .
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