venerdì 9 ottobre 2020

PICCOLO MONDO ANTICO IN BIBLIOTECA di Stefania Zanardi

 



Cosa bolle in pentola presso la Biblioteca comunale di Traversetolo? Tanto e molto di più…

A dare inizio, il primo sabato di ottobre ( il giorno 3) alle numerose iniziative in programma,  è stata un’originale, per nulla scontata,  presentazione di un lavoro realizzato ‘a quattro mani’, grazie soprattutto all’interessamento e il contributo delle associazioni Okko e Scambiamente. Quest’ultima ha scelto come propria filosofia la divulgazione di cultura, gentilezza  e letteratura grazie all’attività principale di Bookcrossing.

Ma andiamo per ordine: Simona Costanzo (scrittrice e guaritrice) e Paola Codeluppi (fotografa) – le due artefici di questo lavoro impegnativo e richiedente tanto tempo e pazienza - una decina di anni fa, cercano tra l’ Emilia Romagna e le terre mantovane,  donne GUARITRICI entrando nelle loro case, nelle loro vite, per raccontarne le storie. Ed ecco, in un ambiente semplice ma di stile, una vecchia ex stalla tra mattoni e colonnotti in stile semplice e lineare, circondata da piccole finestre dalle quali fa capolino un sole ancora settembrini no, riunirsi un gruppo di persone (per lo più donne – chissà perché?) per ascoltare, imparare, approfondire un argomento che

-  si perde lontano nel tempo, riportando alla luce antiche e misteriose realtà. A presentare il libro Elisa Morandi “ Non una vera presentazione, chiarisce, ma giusto una chiacchierata” perché, pure per lei si tratta di una prima volta.

Come nasce questo libro? Come atto d’amore, un dono gratuito (vocabolo alquanto desueto oggigiorno), una testimonianza, l’esperienza di una donna, una guaritrice. In effetti, in questo libro, sono le donne stesse a raccontare, parlare, mostrare (grazie alle foto di Paola) i luoghi e gli oggetti quotidiani delle GUARITRICI, un tempo figure portanti nella società rurale di qualche decennio fa che sembra resistere ancora oggi. Dieci anni di lavoro, incontri con queste figure femminili uniche, particolari molto schive all’inizio ma  quasi prime donne, a lavoro concluso.

“Per riuscire a strappare loro una foto, od immortalare qualche oggetto personale – spiega Paola- è necessario tanto tempo, una fiducia reciproca perché non è solo un’immagine quella impressa sul foglio ma la loro stessa vita. Ascoltando le parole delle due autrici, si respira aria di magia, ma una magia quotidiana : in effetti, chi decide (e ne ha il potere) di essere guaritrice, ha a che fare con la magia, che non sta tanto nella guarigione ma nel suo mondo è nel modo di concepire la vita.

La cura dei gesti, gli atti ripetuti, i rituali legati per lo più ad un mondo contadino che procedeva e procede (oggi un po’ meno ) ai ritmi della natura, un nutrimento di corpo ed anima. È quindi palese che poche persone riescano a curare poiché è necessaria estrema pazienza, tanto tempo a disposizione.

Sarà anche per questo che, quasi nessun uomo appare nel racconto delle due autrici, in quanto il ‘sesso forte’ è da sempre stato impegnato al di fuori delle mura domestiche, nei campi o altrove.

Ma perché Simona ha deciso di iniziare (e terminare ) questo lavoro così coinvolgente ed impegnativo?

Tutto nasce da una donna, appunto una guaritrice, Dosolina – alla quale è dedicato questo libro- che Simona conobbe da piccola grazie ai suoi genitori per i quali questa donna lavorava. Dosolina era una guaritrice, specializzata nel ‘segnare il Fuoco di Sant’Antonio’:si, proprio specializzata perché queste Figure non lavorano lasciando le cose al caso. E si torna indietro nel tempo di tanti decenni (periodo di guerra e post bellico) quando il valore ed il potere di queste donne era veramente grande, donne forti in un periodo difficile.

C’era chi curava le storte, chi liberava dai vermi, chi placava il mal di pancia e pure il Male di Vivere (molto Leopardiano), la nostra – purtroppo  attualissima – Depressione.

Ma come apparivano agli occhi degli altri queste Entità un po’ fuori dalla realtà? (ma solo in apparenza)

Ascoltando i racconti di Simona e Paola, scopriamo quante sembianze potevano assumere durante un incontro le guaritrici che mano a mano hanno incontrato : timide, introverse, ma anche determinate e decisioniste, un po’ infantili e semplici ma pragmatiche all’ennesima potenza. Insomma, donne che non subiva o la vita, tutt’altro, ne erano le artefici.

Durante l’incontro, tante e varie le domande : ‘Ma facevano paura? Come reagivano medici e Chiesa? Come si contattano queste persone?

Si, incutevano o un certo timore, un po’ reverenziale, ma soprattutto infastidivano perché scardinavano le regole di una comunità e  parte della società :Chiesa e sacerdoti percepivano in loro qualcosa di esoterico, misterioso al limite della stregoneria! I medici temevano che le loro guarigioni (misteriose) sminuissero il  valore della medicina scientifica. Eppure queste donne erano e sono religiose, frequentano la chiesa, non vogliono danneggiare nessuno, non vogliono essere pagate (vietata per loro qualsiasi  genere di ricompensa) tutt’al più accettano doni come ringraziamento. Le guaritrici sono solite affermare che il medico (grazie ai farmaci) spostano la malattia verso altre parti del corpo… loro le eliminano.

Al termine, la domanda di rito : perché Simona ha deciso di essere pure lei guaritrice?

‘Non l’ho affatto deciso – afferma è stata Dosolina (per lei quasi una tata) che me lo ha trasmesso. Ora lei non è più tra noi ed io ho raccolto la sua eredità con un pizzico di paura ma, quando le amiche mi hanno spiegato che se non lo avessi fatto mi sarei ammalata…. ho accettato.

E, ad oggi, ogni suo gesto, rito e segno ha avuto successo. Un dono ed un ‘potere’ non per tutte.

 

 

 

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