lunedì 27 gennaio 2020

IL DOVERE DELLA MEMORIA- I CENTO ANNI DI PRIMO LEVI RICORDATI AL CONVITTO MARIA LUIGIA DI PARMA di Stefania Zanardi


Risultati immagini per 27 gennaioGennaio - mese della Memoria - un appuntamento globalmente celebrato che ci vede coinvolti, interessati anno dopo anno, costernati dinnanzi ai tragici eventi,  affinché nulla cada nell'oblio. E’ per onorare la vita, la storia e la memoria di Primo Levi che presso il Convitto Maria Luigia, sul palcoscenico del teatro (di recente restaurato e portato al suo antico splendore) ha avuto luogo la conferenza/lettura dal titolo “Primo Levi ha 100 anni”.
Attori dell’incontro Guido Furci- docente presso l’Università Sorbonne Nouvelle di Parigi – Alessia Olivetti ed Andrea Murchio che hanno interpretato le letture sceniche, dopo una breve ma esauriente presentazione di Francesca Dosi, insegnante ed artista.
Si è trattato di un incontro/ spettacolo, una lettura testimoniale durante la quale il mondo interiore di Primo Levi è stato recitato, esternato grazie alle sue opere, in una lettura globale, a volte cruda, tragica, ironica e anche sarcastica – sotto certi aspetti.
Ed il pubblico viene coinvolto dai suoi racconti dove si parla di sfollati,di individui umani (che, nei futuri campi di concentramento , di umano avranno ben poco), persone scampate alla morte, altre invece irrimediabilmente condannate.
Risultati immagini per PRIMO LEVINel corso delle letture- recitazioni, alternate dagli interventi di Furci, dai suoi chiarimenti, arricchimenti e collegamenti indispensabili a noi “comuni mortali”, si snodano azioni quotidiane, di per se’ comuni, di bambini, adulti, malati che, purtroppo, termineranno la loro esistenza dopo un viaggio lungo quindici giorni estenuante e disumano.
In questo quadro, difficile da definire (soprattutto per chi – fortunatamente- non ha vissuto tali esperienze), Levi evidenzia ed esalta la figura della donna, colei che è punto di incontro, fede,sentimento e sostegno, un abbraccio umano. Ciò è quanto esce dalla lettura, mirabilmente interpretata  di “ Se questo è un uomo”, un must che tutti hanno per lo meno sentito parlarne.
E ancora Furci, si indirizza al pubblico raccontando dei numerosi carteggi, corrispondenze con scrittori, delle sue scelte di collaborazione, mettendo in risalto la tematica del “come dire le cose”; Furci, riprendendo da Levi, sente la difficoltà del testimoniare i campi di concentramento, dell’accettazione di questo evento e lo fa” narrativizzando” il vissuto, per convincere anche chi non vuole credere a questa storica realtà. E’ necessario non negarlo mai.
Altra tematica che il professore Furci affronta tra gli studi e gli scritti di Levi, è quella del Pudore, inteso come “Fin dove posso arrivare nel raccontare senza mentire, testimoniare erroneamente” ; un esempio viene dato in relazione alla Marcia della Morte che lo stesso Levi descriverà , senza averla però vissuta, chiedendosi se tutto ciò sia corretto, etico oppure no.
Ma l’intervento di Furci è un pozzo senza fine, una fucina di idee e, abile quale è, l’erudito si sbizzarrisce passando dalla storia della Cultura Ebraica con tutte le sue ramificazioni, a passi del Deuteronomio (testo canonico per gli Happy few), a collegamenti con la Bibbia discutendo nientemeno che di Dio.
Risultati immagini per auschwitzE pronta la lettura da parte di Olivetti che, dal brano “ La tregua”, “ Se non ora, quando” ,  ci   riporta negli anni ‘40, allo sterminio degli Ebrei , alla resistenza ebraica - “ Ebrei dell’Est “- sottolinea Furci, in una Babele quale è Auschwitz .
Soffermandosi sul testo “ Se non ora, quando”, si parla di testo ibrido, come ibrida è la storia che dialoga con la tradizione descritta.
Ed ecco che, il pensiero, il dibattito si muove, avanza incontrando la scienza che- come afferma Furci- è sempre fonte di ispirazione per fare poesia.
 Non siamo più negli anni ‘40, l’incontro procede, si snoda per giungere agli sessanta e settanta, incontrando Calvino, l’ottica, la macchina da presa che pone tutto sotto una lente di ingrandimento, come fossimo al cinema, uno sguardo esteso all'umanità, quella che Levi (sebbene non sempre testimone oculare) ha saputo fotografare in modo affidabilissimo.

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