Colore, forma, movimento: è così
che un banale oggetto, tra le mani di un Maestro, può diventare tutto. Desiderio
ultimo e aspirazione assoluta a un ideale di perfezione. Qualcosa da preparare,
accudire, condividere e sorseggiare, come la vita, in modo sapiente, unico e
dolce. E’ (anche) tutto questo la cerimonia del Tè. Ritualità suggestiva e
intensa, consacrata a luoghi per noi lontani nel tempo e nello spazio. A restituircene oggi il prezioso
significato è l’altrettanto preziosa pubblicazione, la prima in italiano grazie
all’eccellente traduzione di Gianluca Coci, di questo “Morte di un maestro del
Tè” (Skira, 182 pagg., 16 euro) di Yasushi Inoue. Un classico della letteratura
giapponese del Novecento, che affonda le proprie radici nella storia e nelle
tradizione del Sol Levante, offrendoci pagine dense di mistero e spiritualità.
Anche se la narrazione scorre come una cronaca, un diario per la precisione, e
anche se – nella finzione romantica del ritrovamento di un manoscritto – Inoue
richiama le guerre e i giorni del Giappone del
Cinque/Seicento. Attraverso la
voce narrante di Honkakubo, leggiamo abitudini e vicende di un mondo diviso tra
lotte per il potere e ricerche introspettive, la stessa ammirazione per samurai
e guerrieri o Maestri del Tè. Figure eroiche e grandiose, come quella di Sen No
Rikyu, segnata però da una fine enigmatica: la condanna a un suicidio rituale
al quale non oppose alcuna resistenza o richiesta di grazia. Perché? E perché
una tale sentenza da parte del potente Hideyoshi, da sempre suo protettore ed
amico? Tra ricordi e incontri, il fedele discepolo Honkakubo tenta di
ricostruire l’accaduto, di comprendere i motivi di una morte. E per farlo
attraversa quella vita, e la descrive. Offrendoci nel gioco continuo di
apparenza e sostanza, la chiave di lettura e il significato – tra saggezza e
bellezza - di un’esistenza. E’ così che i sogni non sono più solo sogni, e anche
la vita e la morte possono confondersi. A guardare con attenzione, c’è sempre
qualcosa che va oltre l’eterna immobilità delle cose. Di un cucchiaio di bambù,
o di una
semplice tazza. Nera. O invece rossa. Grande e solida o più piccola ed
elegante. Contenitore contenuto nelle mani che la porgono. Gesto. Bellezza e
mistero. Colore, forma, movimento, perfezione. C’è l’universo, in una tazza di
Tè.
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