giovedì 3 marzo 2011

LA ROSSA SABBIA DI OMAHA BEACH - di Rita Guidi


Conoscete il Paese dove i prati fioriscono sul mare ? E dove il rigore del vento anche d’estate non intacca la dolcezza delle case bianche a graticcio, i giardini da bambola, il calore - all’interno - delle marmellate e del legno ?
Questa è la Normandia. Il confine più bello. Orlo di Francia ritagliato sulla Manica. Luogo di scogliere e di spiagge di sabbia come di castelli e di cattedrali, di mondanità e di storia. Perché c’è la bellezza più magica e rude della costiera alta, quella che invita all’estasi gotica di Rouen, appena all’interno ; e al mare inquieto che si ritrae o si abbandona ma davvero all’infinito, giocando con i faraglioni e le “falaises” : rocce inarcate sull’acqua. E allora non rinunciate a Etretat, se vi trovate da queste parti. E non rinunciate alle “chambre d’hotes”, e a quelle di Madame Ginette Lebreton o di Madame Huguette Maillard, se proprio volete andare sul sicuro ; e cioè a quella sorta di bad&breakfast in versione normanna, che vi regala (in camera doppia il costo medio è di duecento franchi) un soggiorno tra i legni, le trine, le porcellane, il latte e le marmellate, di queste abitazioni con i balconi fioriti e il tetto spiovente.
Meglio qui che nella costiera bassa, onestamente. Comunque splendida, ma più turistico-mondana : le ville, i casinò, Deauville (serve parlarne ?), o Cabourg dove anche Proust amava soggiornare.
Anche questa è Normandia, certo. Ma poi ce n’è anche un’altra, che tutto questo vi fa dimenticare. E’ annunciata dal rigore asciutto di qualche cartello, non più grande di quelli stradali e consueti che incrociate ai semafori, tra i fiori e la folla : “Overlord les assault”, dicono. Fondo bianco e una freccia, la direzione è di nuovo la spiaggia. Le spiagge, anzi, che però sono altre. Nulla a che vedere col sole (anche se c’è lo stesso), gli ombrelloni o i giochi delle maree. Sono quelle dello sbarco. Chilometri di storia, in sostanza. Svelati da quel percorso attento e rispettoso. Silenzioso. Basta seguire la freccia. Il drammatico sbarco dell'operazione Overlord.  
6 giugno - 21 agosto 1944, quei cruciali giorni rivivono qui, e con una forza che va ben al di là della presenza a tappe di monumenti, carri armati, bandiere, lapidi. Più frequenti appena oltre il mitico ponte qual’è il Pegasus Bridge. Un pellegrinaggio solo un poco più spettacolare ad Arromanche, dove c’è anche un museo e un grande cinema circolare : si proietta a ciclo continuo un documentario di quei giorni. Quasi un film. Quasi come Spielberg, la cui drammatica pellicola da emozioni vietate ai quattordici, va collocata però un poco più avanti, seguendo la freccia, verso est. A Omaha Beach. Dove la sabbia, curiosamente, ha riflessi di rosso, che se fosse altrove sarebbe un colore così bello. E’ questo il luogo silenzioso dove ogni sentire commuove. E’ come ascoltare la storia, la guerra, la morte ; un dolore che si è fatto libertà. Non per il monumento austero e semplice, che raccoglie uno per uno i nomi dei battaglioni americani, uno dopo l’altro qui caduti : di 34.500 uomini, solo 100 arrivarono a destinazione (e alla vita). E nemmeno per quello scoglio, così terribilmente evidente, delle feritoie nemiche, in alto sul colle della  spiaggia ; davvero inespugnabili. L’emozione pura è semplicemente nell’aria. E’ questo verde, altare rigoglioso e vitale, che come in tutta la Normandia ricade fino alla sabbia. Alle spalle, tra le siepi, l’eco ordinata delle croci bianche del cimitero americano, appena visibili, al riparo dagli occhi. E intorno al sentiero che scende verso la sabbia ancora rossa, le rose canine, bellissime da pungere gli occhi. Profumano forte, nel loro rigoglio intoccabile e spinoso come questi luoghi.
Qualcuno arriva fin qui col camper, o ci parcheggia la roulotte. Ma nessuno nemmeno d’estate pensa agli ombrelloni. Quelli appartengono a spiagge vicine, ma è tutta un’altra storia. 

Nessun commento:

Posta un commento