Ma vediamo cosa sta dietro la definizione scientifica di questa preziosa selce. Bifacciale (o anche amigdala) perché la scheggia di roccia è stata lavorata creando due facce simmetriche, convesse, e per farlo quel nostro progenitore ci ha messo un bell'impegno. Mentre l'aggettivo acheulano richiama il quartiere Saint-Acheul della attuale città di Amiens, dove questo tipo di manufatti è stato ritrovato per la prima volta.
Il reperto, acquistato sul mercato parigino, ci riporta ai primordi della creatività umana ed accoglierà i visitatori del nuovo Museo Archeologico. Posto al centro di una vetrina che non potrà non catturare ogni sguardo, sarà visibile già dalla strada, appena superato il portale preceduto dai due leoni marmorei che sembrano voler difendere l'ingresso al Museo.
Il bifacciale acheulano non è da solo nella grande vetrina. A fargli da contorno sono diverse decine di selci provenienti da rinvenimenti nel territorio parmense. Esibendo il massimo della capacità artistica nota del suo tempo, al centro dei manufatti provenienti invece dalle aree di competenza archeologica della Pilotta, funzionerà come elemento cardine di una metafora museologica.
Se la sua straordinaria forma è simbolo dell'attitudine universale del genere Homo a modificare l'ambiente perseguendo un ideale di ordine e di bellezza, in contrappunto con gli altri suoi simili di dimensioni più modeste ma provenienti dall'Emilia non farà che declinare nel particolare del territorio parmense e della sua storia cosmopolita ben rappresentata dalle collezioni della Nuova Pilotta, il senso di domande universali che costituiscono la missione di qualsiasi museo: cosa è l'arte?; cosa è l'uomo?; cosa ci distingue dalle altre specie? ?
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