
E allora? E’ iniziato il count-down prima della
conclusione…Facile ipotizzare che si moltiplichino le code…Embè??? Sarà bene
spicciarsi, acchiappare un biglietto e, se credete, seguire qualche (nostro)
consiglio.

2) Evitate
a tutti i costi i fine settimana. L’Expo vale un giorno di ferie, se proprio
non riuscite diversamente. Noi siamo andati in un ‘tranquillo’ giovedi di
settembre. Tanta gente si, ma davvero nessun problema/fastidio e code
sopportabili (o nulle, come diremo più in là).
3) Niente
levatacce. Vi aspettano chilometri: meglio arrivare riposati. Inutile
accalcarsi prima dell’apertura, se poi dovete aspettare ore ai tornelli di
controllo…Noi siamo arrivati col nostro trenino delle 11 (in 7/8 ore abbiamo
visitato oltre venti di padiglioni) e c’era un po’ di gente in fila ma in 10
minuti eravamo già dentro.
4) Portatevi
un pranzo al sacco nello zaino. Ok, sembra assurdo: si parla di ‘nutrire il
pianeta’…possibile che non ci sia un panino per voi???? Ovvio che potete
mangiare di tutto di più. Ma la domanda è se sia il caso, e la risposta dipende
da quanto tempo e fame avete. Se pensate di dedicare a Expo solo un giorno,
allora vi consigliamo di accontentarvi di spuntini qua e là (le patate fritte o
i waffle belgi, l’ice drink chocolate del Congo…). Meglio un take-away
multietnico e 3 o 4 padiglioni in più, che un paio d’ore seduti a tavola…no?
5) Non
fermatevi alla prima osteria. Non intruppatevi subito al Padiglione Zero o al
Padiglione Italia che appunto risentono del fatto di essere i primi a seconda
degli ingressi. Decollate oltre. Sgambinate subito. Infilatevi nei1) Infilatevi
nei ‘cluster’ del riso, del cacao, del caffè: nella gioia colorata e ‘povera’
di isole e capanne esotiche (i piccoli gadget preziosi o divertenti). Attraversate
il decumano per annusarne l’atmosfera, sorvolate come droni sul caleidoscopio
di proposte, nel rutilante gioco creativo che scoprirete ad ogni passo.
6) Partite
dal fondo, scegliete col cuore, iniziate dove la coda è scorrevole. Non stressatevi subito. Ci sono
padiglioni bellissimi ma dei quali si è parlato meno, che meritano davvero il
vostro tempo. Per esempio?
7) Ecco
i nostri consigli…


Invece è proprio all’ora di pranzo che
dovreste visitare il Brasile. I venti minuti di coda li abbiamo spesi per
mangiare i nostri panini e poi abbiamo ‘digerito’ sulle famose reti. Un
autentico divertimento se avrete lasciato a casa i vostri amati e inutili
tacchi alti…;)..
Sempre nel primissimo pomeriggio
affacciatevi in Ecuador. Padiglione molto gettonato per la magia degli
ologrammi che aggiungono suggestione al percorso articolato nelle 4 anime di un
Paese ‘che ama la vita’, incredibile per la varietà di tradizioni e paesaggi.
Basta America Latina? Fate un salto in
Germania, appena lì dietro. C’è molto da vedere e il percorso esterno vi porta
ad accoglienti panche panoramiche che sono un toccasana per rilassarsi un po’.
Per scendere? Un divertente scivolo…riservato ai giovanissimi (anche dentro?)…
Sempre terrazze panoramiche anche nel
padiglione degli Stati Uniti, dove si salgono le scale senza problemi né code e
si ammirano i giochi d’acqua che compongono parole, prima di rituffarsi nel
mondo che aspetta fuori. Tutto di legno quello dell’Estonia (anche questo con
altalene o cuscinoni dove stendersi un attimo). Ma niente in confronto alla
terrazza lussuosa del Turkmenistan!
Dopo un parterre di tappeti che raggiungono
il soffitto, vi troverete immersi nella sontuosa schizofrenia di un mondo
sospeso tra profumi ancestrali e avanzatissima tecnologia. Un mix sorprendente
(e un po’ kitch) dal fascino certo quanto la ricchezza evidente (in regalo
all’ingresso abbiamo ricevuto un’agenda di pelle…). Ben raccontata dal lusso
pigro di immensi tappeti illuminati dallo schermo sferico di un ‘lampadario’
intelligente che proietta il mondo.
Anche la Turchia si può attraversare
assaporando il contrasto tra modernità e storia. Ma se è proprio l’arte che
cercate, infilatevi nel padiglione della Santa Sede: c’è un arazzo del
Tintoretto dai colori splendenti. E tavoli multimediali dove condividere la
vita.
A proposito: lo spettacolo dell’albero
della vita è un fuoco d’artificio dagli effetti unici. Un piacere effimero che
vi suggeriamo…di filmare. Non è la stessa cosa, ma sarà un bel ricordo.
Stanchi? Rinfrancatevi con un
(consigliatissimo!) ice-drink-chocolate del Congo…Di nuovo curiosi? Sempre in
tema di cioccolato infilatevi nel padiglione belga: a parte qualche gadget da
mangiare (pastiglie di cacao, biscottini…) ammirerete un artista pasticcere
intento a confezionare ogni cosa col cacao. Meno invitante ma decisamente da
curiosare il piano di sotto: tra insetticommestibili scoprirete curiosi ‘acquari’ con tanto di pesci vivi e
pianticelle appena nate. Si tratta dell’acquaponica, un ecosistema innovativo
che potrete ammirare di persona. Di nuovo in fondo al decumano (ok, bisogna
sempre infilarsi dove ci sono meno code) ecco il padiglione del Principato di
Monaco: costruito con veri container, ha il grande merito – finito l’expo – di riciclarli
e farli diventare autoambulanze destinate a Paesi poveri. Non solo, ma tutto il percorso
molto giocoso (perfetto per far giocare bimbi di tutte le età) è un costante
invito a riflettere su ambiente e risorse. E per vedere le splendide meduse
fluorescenti, in una buia e magica saletta dedicata.
Un occhio all’orario del treno ed ecco
che ci resta un’ora esatta. La dedichiamo al Padiglione Zero che la merita
tutta e che a quest’ora (sono poco più delle 17) è a zero code zero! E’ così
bello che è un peccato anticiparvene la suggestione: dall’immensa libreria di
legno all’ingresso, alla sequoia che fa ombra ai mille schermi che raccontano
la storia dell’uomo, alla strana sensazione di trovarsi…sotto il pelo
dell’acqua…
No, sarebbe un peccato conoscerlo
prima. O non avere avuto il modo di scoprirlo, dopo. Anche a prezzo di qualche
coda. L’Expo anche questo ci insegna. Come un fuoco d’artificio, come ogni
istante della nostra vita, qui e ora non ritornerà.