Nella consapevolezza della criticità della situazione e in ottemperanza alle norme di prevenzione stabilite a livello ministeriale e regionale, gli organizzatori comunicano la riapertura della mostra da oggi 3 marzo.
Da oggi martedì 3 marzo la mostra sarà dunque aperta tutti i giorni, lunedì compresi, sino al 21 giugno 2020.
La riapertura della mostra è garantita a condizione che 'si assicurino modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali che i visitatori possano rispettare la distanza tra loro di almeno un metro' (Decreto attuativo Presidente del Consiglio dei Ministri 1 marzo 2020).
La riapertura della mostra vuole essere un segnale di prudente ritorno a un clima di fiducia. La cultura rappresenta di per sé un modello di comunicazione positiva e di speranza. Anche di questo abbiamo bisogno in questo momento.
Ulisse (e il suo mito) da tremila anni domina la cultura dell'area mediterranea ed è oggi universale. Mito che si è fatto storia e si è trasmutato in archetipo, idea, immagine. E che oggi, come nei millenni trascorsi, trova declinazioni, visuali, tagli di volta in volta diversi. Specchio delle ansie degli uomini e delle donne di ogni tempo. La mostra a lui dedicata che i Musei San Domenico di Forlì propongono per il 2020 è di quelle che solo i grandissimi musei internazionali sanno programmare.
Il contributo dell'arte è stato decisivo nel trasformare il mito, nell'adattarlo, illustrarlo, interpretarlo continuamente in relazione al proprio tempo.
Un percorso emozionante, a scandire una vicenda che ci appartiene, che nello specchio di Ulisse mostra il nostro destino. Poiché Ulisse siamo noi, le nostre inquietudini, le nostre sfide, la nostra voglia di rischiare, di conoscere, di andare oltre. Muovendo alla scoperta di un al di fuori sconosciuto e complesso che è dentro di noi.
Il tema di questa mostra, che già si preannuncia eccezionale per livello dei prestiti e per qualità dell'allestimento, è assolutamente affascinante.
Una mostra dove la grande arte non appare ancella, per quanto meravigliosa, della storia e del mito e non ne è mera illustrazione, sottolinea Gianfranco Brunelli.
Ma evidenzia come dalla diretta relazione tra arte e mito, attraverso la figura paradigmatica di Ulisse, nasca e si rinnovi il racconto. Perché l'arte, figurandolo, ha trasformato il mito. E il mito ha raccontato la forma dell'arte.
Nessun commento:
Posta un commento