E' un'intervista di ieri che vorremmo contenesse la speranza nel domani: parla del mondo come era e come vorremmo, di nuovo, che fosse. Parla di luoghi senza confini, di viaggi sempre possibili, di sogni realizzabili. Lo pubblichiamo per dire cos'era la realtà. Perche' lo sia di nuovo.
Oltre i confini di ogni Erasmus, ma anche oltre
ogni banalità: Nicolò Manfrini, 23 anni - ex studente parmigiano, con laura triennale
bolognese in Lingue Orientali - ha scelto il Giappone per passione e per
studio, e poi per un viaggio di studio che ora sta diventando un’occasione di
lavoro dal sapore intenso di futuro. Un percorso di vita che nasce da lontano,
come lui stesso ci racconta…
“La storia dell'origine
del mio interesse per il Giappone è piuttosto recente e forse un poco insolita.
La maggior parte degli altri studenti con cui ho condiviso il mio percorso di
studi mi ha raccontato di avere a lungo nutrito interesse verso le culture
dell'Asia orientale, chi nella cultura pop e chi nelle esotiche tradizioni di Paesi
come la Cina, la Corea e, appunto, il Giappone. Anch’io ero interessato a
quella cultura sin di tempi delle scuole medie, tramite ad esempio videogiochi
e fumetti, ma per anni l’ho percepita come qualcosa di astratto,
disconnesso da una realtà sociale specifica e diversa dalla mia. Sapevo che mi
piacevano i videogiochi e che per qualche ragione uscivano in questo lontano
paese chiamato Giappone, molti mesi, se non anni, prima che qui da noi. E'
stato solo all'inizio dell'ultimo anno delle superiori, dopo aver deciso a cuor
leggero di frequentare un breve corso di lingua giapponese e dopo aver scoperto
che mi piaceva tantissimo, che mi sono riaffacciato al panorama culturale
giapponese con una nuova consapevolezza e una forte e rinnovata passione,
arrivando ad iscrivermi alla facoltà di Lingue e Letterature Straniere
dell'Università di Bologna, dove ho finalmente potuto studiare in maniera più
completa la lingua e la cultura del Giappone”
Quindi un percorso di studio che
potremmo definire casuale…
“ Direi di si, perché potrebbe sembrare
un'esagerazione, ma in tutta sincerità devo giudicare il mio percorso
scolastico precedente all'università in gran parte ininfluente, sia per la mia crescita
personale sia per le mie attuali competenze accademiche. Dopo cinque anni di
elementari tutt'altro che indimenticabili e una scuola media devo ammettere
molto buona, ho scelto il liceo scientifico semplicemente perché non avevo idea
di cosa avrei voluto fare in futuro e quello mi sembrava la scelta più
equilibrata. Non è stata probabilmente una grande idea, in quanto col senno di
poi avrei certamente optato per tutt'altro, probabilmente un artistico o un
linguistico. La scelta dell'università è nata come ho già detto dalla scoperta
del mio interesse per la lingua giapponese a seguito del corso che ho
frequentato durante l'ultimo anno di liceo. Non si può certo dire che sia stata
una carriera programmata, e questo è ancora più vero per quanto riguarda il
presente…
Dopo il viaggio in Giappone…
“ Si. E anche l'idea di questo viaggio è
nata un po' per caso. Avevo già ponderato in passato l'idea di un viaggio di
questo tipo, anche se mai concretamente. Così verso la fine dell'estate scorsa
ho deciso di partire per esplorare il paese, migliorare la mia conoscenza della
lingua e della società, e non meno importante iniziare ad orientarmi verso un
possibile impiego in Giappone. Non ci ho rimuginato sopra a lungo. Ho
pianificato il viaggio in un paio di settimane, ho scelto le date di partenza e
di ritorno, comprato i biglietti dell'aereo, e finalmente a fine settembre sono
partito
L'incontro con una realtà così diversa: impressioni, commenti, confronti
L'incontro con una realtà così diversa: impressioni, commenti, confronti
“Mi è difficile descrivere l'impatto, o meglio l'assenza di un impatto, che ho vissuto al mio arrivo. Forse perché era la mia prima volta in Giappone, forse perché conoscere la lingua mi faceva sentire sicuro, tutto quello che sentivo era una grande eccitazione per il viaggio che stavo intraprendendo. Durante tutta la durata del viaggio, dalle grandi metropoli alle aree più rurali del paese, non ho mai sperimentato il cosiddetto culture-shock. Affermare che la società giapponese non è poi così diversa dalla nostra sarebbe ovviamente eccessivo, ma mi sento di dire che non ci sono differenze "alienanti".”
Difficoltà e curiosità per un
ragazzo che arriva dall'estremo occidente
“Uno degli stereotipi più comuni sulla
società giapponese riguarda la sua chiusura, e sono lieto di poterlo sfatare.
Credo che a creare quest'impressione di chiusura sia la barriera linguistica
che purtroppo ancora esiste tra il Giappone e la maggior parte degli altri
paesi. Per quanto infatti abbia incontrato svariate persone in grado di
comunicare in lingua inglese, si tratta di un numero ben lontano dall'essere la
maggioranza. Probabilmente se fossi stato privo di qualsiasi conoscenza della
lingua giapponese questo paese mi sarebbe sembrato più inaccessibile. Non
ostile, in quanto la gentilezza e l'ospitalità dei Giapponesi non ha bisogno di
presentazioni, ma comunque sorprendente.
Le reazioni in famiglia e tra gli
amici

Risultati raggiunti e desideri in
prospettiva
“E’
stata un’esperienza importante e molto utile; non solo ho migliorato
sensibilmente il mio giapponese, ma ho avuto l’occasione di incontrare tante persone
e conoscere meglio la società di questo paese. L’avere trovato un lavoro che mi
permetterà di spendere almeno un altro anno in Giappone è la ciliegina sulla
torta di quest’avventura, ma la cosa più importante che ho ottenuto è stata la
conferma che con l’impegno e la costanza i sogni si possono avverare”.