i
colori pastello, giocosi e ironici, che abbracciano d’ironia chi ferma lo
sguardo sulla sua metafisica. Un passo accanto al fratello, distanza voluta e
necessaria. Perché il fratello è l’altrettanto grande De Chirico (Giorgio, maggiore
di Alberto), dagli spazi intonsi, dalle prospettive fredde e nitide di luci e
di ombre, forse più celebri e celebrate.
Alla Fondazione Magnani Rocca (fino al 30
giugno) ecco infatti una preziosa mostra dedicata ai «dioscuri» dell’arte del
XX secolo.
I fratelli della metafisica, dunque, così
vicini eppure diversi. Straordinario artista delle piazze e del vuoto l’uno e
multiforme intellettuale l’altro, che qui costringe ad una riflessione
ulteriore sui colori e sulle forme.
Perché c’è la celeberrima Piazza d’Italia o
le Muse metafisiche o i Cavalli in riva al mare di De Chirico: e dunque tutta l’impronta
inconfondibile e potente del maestro che firma esatta una visione del mondo e
anticipa già il surrealismo. E accanto l’incursione rosa di Savinio: il giocoso
Le roi mages, l’irriverente Apollo, l’immaginosa Battaglia dei centauri…

Rita
Guidi