lunedì 30 novembre 2020

QUANDO LA PASSIONE CORRE SU...AGO E FILO - VISITA A UNO STORICO ATELIER di Stefania Zanardi

 



Entri nel suo Atélier e respiri aria di Stoffe, lane, tessuti di vario genere  e, girando la testa intravedi forbici, fettucce di metri, spilli, abiti, macchine da cucire, manichini rivestiti da produzioni sartoriali in divenire ...ma ,soprattutto, si respira aria di strenue lavoro, impegno e Passione.

Un curriculum niente male quello di Rita Filipponi, sarta (ma il termine non rende bene l’idea)  dall’età di 14 anni, quando inizia a muovere i primi passi in questo “mondo”: primo lavoro, primo impiego presso la sartoria delle sorelle Cenci (tra gli anni ‘60 e ‘70) dove impara il mestiere, crescendo, impegnandosi  per 5 anni. Poi, la decisione di Specializzarsi in “camiceria” nel settore prototipi  e lì, Rita fa la “cosiddetta gavetta”focalizzando il suo lavoro sulla creazione di camicie, una scelta voluta fortemente, mirata, allo scopo di perfezionarsi.

Ma questi sono solo gli “inizi”; infatti giunta all’età di 20 anni (una bambina per i nostri tempi), con idee chiare in testa, esperienza, lavoro costante , Rita si lancia all’avventura e, il suo percorso “sartoriale” cambia direzione . Meta, Milano. E, da questo momento in poi gli incontri e le collaborazioni con i Grandi della moda ; Fendi, Burani, Gai Mattioli, Borbonese, linee moda quali Calvin Klein, Thierry Mugler, mila  Schon, La Perla… Ma andiamo per ordine.

Milano, Rita, giovane, piena di entusiasmo e coraggio decide di proporsi alle sorelle Fendi, nel periodo in cui loro si occupavano esclusivamente di  “pellicceria”e di capi “in seta lavati”: è proprio grazie a questa questa collaborazione e a quella con Marni – nell’arcata degli anni ‘80- che Rita Filipponi compie un altro passo avanti,

“ Si- asserisce Rita- decido di aprire un mio laboratorio personale dove mi occupo di campionari e piccole produzioni, inaugurando questo spazio con il Marchio MA.RI.DA”- Che sta per …. (chiedo io) -” Semplice- mi spiega- le iniziali dei nomi di mio marito e mio figlio e mie : Maurizio, Rita, Davide.”

Un periodo d’oro, colmo di soddisfazioni ma pure di duro ed intenso lavoro, giornate e serate spese su stoffe, forbici, tagli e cuci… solo il grande impegno dà buoni frutti.

“ Eh già- sottolinea Rita- il mondo della moda, bellissimo ma molto impegnativo. Fortunatamente, ad un certo punto, mio figlio Davide decide di prendere parte alla mia avventura. Un aiuto di cui non potrei più fare a meno. “

Davide conferma lo stesso pensiero della madre, lui che – sebbene lavori come geometra (tutto un altra realtà )- entra a pié pari in questo mondo ,occupandosi dei campionari, coordinandoli e gestendoli, tenendo i contatti utili.

Ma torniamo agli step della sua carriera sartoriale.

“ Purtroppo- racconta Rita recuperando fatti del passato- non tutto è “rose e fiori”. Ricordo il forte  impegno dedicato ad una grande azienda di Roma, giorni ed ore spese su tavolo di lavoro, e non avere avuto nessun riscontro economico, mi amareggiò tantissimo. Ricordo, in quegli anni, pochi erano i laboratori di camiceria, ma tutti hanno subito questa grande ingiustizia.”

Dopo questa amara esperienza, fortunatamente, Rita incontra Anna Ossola, stilista di Cortina, con la quale instaura una buona relazione lavorativa : siamo negli anni ‘80, Ossola, in quanto stilista, disegna modelli, Rita si occupa della mano d’opera producendo “ fattivamente “ i capi finiti.

Ed ecco l’incontro e la collaborazione con Mariella Burani: siamo negli anni 1990-2010 e Rita si trova a lavorare fianco a fianco con la stilista in qualità di “premier” . In parole povere, Rita gestisce la sartoria, collabora costantemente, è autonoma e molto apprezzata ( in possesso delle chiavi per entrare ed uscire dalla sede Burani ), segno di grande stima e considerazione.

Ma come è stato lavorare con Mariella Burani? - le chiedo

“ Sebbene lei avesse un carattere alquanto spigoloso, fosse molto esigente, l’esperienza è stata di grande soddisfazione- asserisce Rita- in tutti i sensi. Inoltre- prosegue- amavo tantissimo il suo stile, gli abiti disegnati da lei e l’abito prodotto, finito, soddisfaceva in pieno le esigenze di Mariella.

La nostra relazione è stata sempre positiva e mi era di grande gioia realizzare fattivamente gli schizzi che ricevevo da lei.”

Tanta acqua è passata sotto i ponti, tanti anni che hanno visto mutamenti, a volte capovolgimenti, nel settore moda. Mi sorge spontanea una curiosità.

“ Cosa è rimasto oggi del mondo di ieri, cosa è mutato fortemente?”

“Senza dubbio il sentimento di “indifferenza” che alberga in molti- mi spiega dispiaciuta- l’estrema difficoltà nel costruire una relazione che vada oltre l’esecuzione del “capo” richiesto. Tutto è pragmatico- sottolinea Rita- legato sl business, il rapporto umano è scarsissimo.”

Segno di questi tempi, ci confessiamo reciprocamente…

Osservando l’Atélier- sito in Borgo del Correggio- l’occhio si ferma sulle tante foto esposte alle pareti, ritraenti modelle, attrici, uno squarcio del modo dei VIP e mi domando come sia lavorare con persone che gravitano palcoscenici, red carpets per sfilate con estrema “nonchalance “.

“Ah- sorride Rita- con le modelle è tutta un’altra cosa: le ho sempre trovate molto professionali, ben disposte al dialogo,addirittura alla ricerca di approfondimenti umani”

E poi le sfilate… chissà cosa si nasconde nel backstage…

“ E’ un mondo a sé – spiegano Rita e Davide- dove vedi i tuoi prodotti esposti, sotto gli occhi del pubblico , indossati, vivi ed è una cosa commovente “ e mentre lo raccontano gli si illuminano gli occhi.. ad entrambi.

“Ogni sfilata è unica, sembra sempre la prima volta. Mentre la modella sfila, osservi la tua creazione, se cade bene, se è armonica ”- chiariscono.

Anche per questo motivo- mi aggiornano Rita e Davide- prima di una sfilata, oltre allo stilista, compare la figura dello Stylist che cambia di volta in volta, che vede il prodotto finito con occhi diversi, non coinvolto emotivamente.

“ E’ importantissimo – evidenzia Davide- lo stilista spesso è troppo coinvolto perché vive l’abito passo a passo e  può essere poco obiettivo, mentre le stylist guarda , osserva, controlla con un occhio esterno e distaccato”

Qualche aneddoto?

“ Ricordi piacevoli-certo-  racconta Rita; quella volta che Nina Morich venne a sfilare portando con sé il figlio piccolissimo, una grande tenerezza  e pure Paola Barale testimonial di una sfilata, molto carina e in sintonia con me.

Maria Grazia Cucinotta gentile e simpatica, Alba Parietti, Marta Marzotto ed i suoi modi affettuosi e carini. E non dimentico la bellezza di Megan Gale …

Le più grandi soddisfazioni emotive, più intime?

“ Senza dubbio la possibilità di lavorare con mio figlio Davide- afferma Rita- è stata un’ottima idea, una scelta che rifaremmo. E poi, nei miei cassetti della memoria, un po’ più individuale e forse civettuola, la settimana vissuta presso lo show room di Gian Battista Valli, giorni di grande soddisfazione e gioia “.

Impegno che ha dato i suoi frutti !

 

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