Al
MUDEC di Milano va in scena un controsenso: Bansky. La street-art che grida
contro: le guerre, le discriminazioni, le ingiustizie, la mercificazione.
Quindi? La provocazione all’angolo di strada, non l’allestimento.
Quindi? L’accusa esplicita al conformismo graffiata sul
muro, non l’ingresso a pagamento.
Questa mostra è un controsenso (ma) andateci. Fino al 14
aprile è un punto d’incontro – l’unico possibile – per avvicinare il mondo di
un artista ‘ignoto’ e sfuggente. Capirne il percorso. Comprenderne la sfida, la
genialità, la grandezza. Ammirarne i (capo)lavori (non affreschi ma riproduzioni, ovviamente) iconici e celeberrimi.
Condividerne le riflessioni. La denuncia (come un moderno Caravaggio)…
Perché è davvero una “Visual Protest”, l’arte di Bansky.
Così potente e immediata da lasciarvi un senso di colpa, all’uscita.
Una mostra che non dovrebbe esistere, ma (accidenti) da
visitare.
Rita Guidi
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